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ATTUALITÀ

Leggero calo al Centro-Nord, rialzo al Sud: le stime di vendemmia by Accademia della Vite e del Vino

Si parla di “condizioni climatiche variabili, ma generalmente favorevoli, con alcune differenze regionali nel ciclo vegetativo”

La premessa è come sempre d’obbligo. Con la situazione climatica attuale non si possono fare previsioni, tutto può cambiare velocemente, come si è visto in anni recenti, e questo vale anche per una delle fasi più attese e importanti del mondo agricolo italiano, quello della vendemmia. Ma, intanto, i primi grappoli, in Italia, iniziano ad essere raccolti e c’è, comunque, uno “storico” da valutare, ovvero la stagione invernale e primaverile, che ha dei riflessi su quello che sarà l’atteso raccolto. A fare il punto della situazione, attraverso i propri accademici, è l’Accademia Italiana della Vite e del Vino, realtà costituita a Siena, su proposta del Comitato Nazionale Vitivinicolo, il 30 luglio 1949, con l’intento di dar vita ad un centro atto a promuovere il progresso vitivinicolo italiano e che conta oggi oltre 550 membri nelle diverse categorie. L’Accademia Italiana della Vite e del Vino territorio per territorio, ha analizzato lo stato delle uve dello Stivale con un aggiornamento al 3 agosto. Previsioni che, in Italia, per la campagna viticola 2025 “indicano condizioni climatiche variabili da Nord a Sud, ma generalmente favorevoli, con alcune differenze regionali nel ciclo vegetativo, nella gestione fitosanitaria e nelle stime produttive”.
Per quanto riguarda il Veneto, una delle regioni “big” del vino italiano, si parla di “temperature leggermente superiori alla media in marzo e giugno, piovosità simile al 2024 con brevi periodi di siccità, germogliamento e fioritura in ritardo, raccolta delle varietà precoci prevista da fine agosto, produzione leggermente superiore e buona qualità attesa”. Passando al Friuli-Venezia Giulia, dopo un “maggio piovoso, giugno e luglio caldi e secchi con irrigazioni, grandinate limitate, germogliamento anticipato di 4-5 giorni, anticipata di 10 giorni per Merlot, la Glera in ritardo di invaiatura, sta recuperando in questo periodo. La Ribolla è una delle varietà con l’anticipo di invaiatura più marcato. La raccolta tradizionalmente ferragostana delle nuove varietà resistenti sarà seguita da quella del Pinot Grigio stimata verso il 20 agosto”. Positivi, al momento, gli scenari per il Trentino Alto-Adige dove, secondo l’Accademia, si sono verificate “temperature superiori alla media nei primi mesi e nessuna gelata tardiva. Giugno è stato molto caldo, mentre luglio è risultato più fresco e piovoso, con quest’ultimo mese che ha registrato la maggiore piovosità dell’anno. Le vigne presentano un buono stato vegetativo, grazie a un equilibrio tra crescita e condizioni climatiche. Dal punto di vista sanitario, la situazione è sotto controllo: peronospora e oidio non destano preoccupazioni, mentre si registrano solo alcune presenze di botrite dovute all’umidità di luglio. I giallumi e il mal dell’esca sono nella norma rispetto all’anno precedente. Sotto il profilo qualitativo, la vendemmia 2025 si prospetta buona: molto dipenderà dalle condizioni di agosto e settembre. Le stime di produzione indicano un leggero aumento del 2-3% sul 2024, soprattutto grazie alla scarsa incidenza di danni da peronospora. I nuovi vitigni introdotti non influiscono in modo rilevante sulle quantità complessive”.
Venendo al Nord-Ovest e quindi a Piemonte, Liguria e Lombardia, l’Accademia spiega che “la primavera 2025 è stata la sesta più piovosa negli ultimi 60 anni in Piemonte con una media superiore ai 450 millimetri. A inizio stagione la pressione degli attacchi peronosporici è stata molto forte, ma la lotta, ormai condotta in modo preciso grazie alla diffusione dei sistemi di monitoraggio, è stata efficace e i danni sono stati limitati. La vendemmia è prevista in anticipo di circa 10 giorni sul 2024. È prevista una riduzione produttiva del 10-15% sul 2024”.
Scendendo al Centro Italia, in regioni quali Marche, Emilia-Romagna e Abruzzo, la primavera è stata “più fredda con ritardi nello sviluppo, invaiatura ritardata nelle Marche e Abruzzo, mentre in anticipo in Emilia, piogge primaverili frequenti, ma senza criticità, presenza di tignola rigata da monitorare. La capacità produttiva dei vigneti appare generalmente molto buona e, rispetto al 2024, si prevedono aumenti per Lambruschi (+10%), Trebbiano romagnolo (+5%), Trebbiano toscano o Bianchello (+10%), Verdicchio (variabile da +5% a +15%) e Montepulciano (+10%). Le stime produttive sono, invece, leggermente in calo per Ancellotta e per Pignoletto, che è stato soggetto a cascola fiorale e scarsa allegagione”. In Toscana, invece, si è registrato un “inizio anno con i mesi di gennaio, febbraio e marzo che hanno fatto registrare temperature maggiori della media e tra le più alte degli ultimi 70 anni. Inverno piovoso, seconda metà di giugno con un’ondata di caldo; germogliamento e fioritura anticipati, invaiatura nella norma, fertilità leggermente inferiore alla media. Le stime produttive per il Sangiovese, nel complesso, indicano per il 2025 una produzione nella media degli ultimi 10 anni, ma inferiore al 2024. In leggero calo anche la produzione stimata per gli altri vitigni. La vendemmia inizierà a metà agosto con le varietà più precoci e dai primi giorni di settembre con il Sangiovese, a partire dalla costa per terminare a inizio ottobre nelle aree più interne. Anche per Umbria e Lazio - commenta l’Accademia della Vite e del Vino - si prevede una quantità di uva prodotta in leggero calo rispetto all’anno precedente. In particolare, in Umbria si segnalano attacchi di peronospora e nel Lazio le viti potrebbero aver risentito dell’ondata di caldo tra fine giugno e inizio luglio”.
Scendendo al Sud, e quindi a Puglia, Basilicata e Calabria, “l’andamento climatico eccezionale di questa annata ha lasciato il segno. La fase di germogliamento è avvenuta in un clima ideale, con giornate soleggiate e temperature mitigate dal vento di tramontana. Clima ideale per germogliamento e fasi fenologiche regolari, caldo torrido, ma ventilato, stato fitosanitario molto sano, assenza quasi totale di malattie fungine, alcune grandinate lievi. Le operazioni di raccolta per le uve precoci Chardonnay, Sauvignon e Pinot per le basi spumanti, inizieranno dai primi giorni di agosto, in seguito le uve autoctone. La vendemmia 2025, dalle prime stime effettuate si accinge ad essere una buona annata, con un vigneto che si presenta in buona salute e con un carico di uva equilibrato, superiore al 2023 e al 2024, ed in perfetto stato fitosanitario. La produzione prevede un 20% in più sullo scorso anno. Se i mesi di settembre e ottobre decorreranno positivamente, le stime qui riportate potrebbero anche essere aumentate”.
Capitolo Sicilia, dove le previsioni cambiano da zona in zona. Nella parte Nord-Occidentale viene segnalato un “clima stabile con brevi ondate di calore, fenologia con leggero ritardo, ma nella norma, maggiore pressione di peronospora dovuta a nebbia mattutina, produzione in lieve crescita con acini più pesanti”. Nella parte Sud-Occidentale, “germogliamento in ritardo, peronospora più aggressiva in zone costiere; Centro-Sud con fenologia in ritardo e aumento resa; Etna con ritardi marcati, forte impatto di peronospora e oidio, perdite fino al 35%, vendemmia posticipata e calo produttivo del 20%”. Passando alla Sardegna, qui “l’inverno è stato mite con poche piogge, mentre la primavera ha visto precipitazioni abbondanti utili allo sviluppo vegetativo. Giugno caldo ha limitato le malattie crittogamiche, con solo lievi stress idrici nella Nurra e nel Sud dell’isola. Le fasi fenologiche sono in leggero anticipo rispetto al 2024, ma in linea con gli anni precedenti. L’andamento fitosanitario è positivo, con qualche attacco localizzato di peronospora e lievi presenze di oidio e cicalina, tutte gestibili con trattamenti limitati. Si stima un incremento del 5% della produzione di uve sulla media triennale (2021-2023: 666.137 quintali; stima 2025: 701.857 quintali), soprattutto in Ogliastra, Sulcis e nel Sud dell’isola, con qualità delle uve prevista dal buono all’ottimo”.
Il presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo, ha specificato come “non vogliamo fare un bollettino della qualità della vendemmia 2025 consapevoli che l’andamento climatico in fase finale di maturazione sarà fondamentale sulla sanità, quantità e qualità delle uve. Sappiamo che la qualità sarà determinata anche dal lavoro che sarà svolto durante l’ultimo periodo di maturazione e per questo torneremo a fine vendemmia con un report ancora più vicino alla realtà”. I contributi sono stati realizzati grazie alla collaborazione degli accademici Vincenzo Gerbi, Vittorino Novello, Emilio Celotti, Angelo Costacurta, Oriana Silvestroni, Paolo Storchi, Leonardo Palumbo, Mariano Murru, Maurizio Bottura e Rosario Di Lorenzo.

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