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Vino: esce la guida “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” 2026 … Chiara Pepe, alla guida, con la famiglia, della Emidio Pepe, in Abruzzo, e Orlando Rocca, alla guida della cantina che porta il suo nome, nelle Langhe, sono “la giovane vignaiola” ed il “giovane vignaiolo” dell’anno … Chiara Pepe, alla guida, con la famiglia, della Emidio Pepe, in Abruzzo, e Orlando Rocca, alla guida della cantina che porta il suo nome, nelle Langhe, sono “la giovane vignaiola” ed il “giovane vignaiolo” dell’anno; Tommaso Cortonesi, produttore a Montalcino, con La Mannella, è il “vignaiolo del cambiamento”, mentre la sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e Feudi di San Gregorio, guidata da Antonio Capaldo, è il “miglior nuovo progetto vinicolo”; ancora, a Marzia Varvaglione, alla guida di Varvaglione 1921 in Puglia, e del Ceev (Comitè Européen des Entreprises Vin) va il titolo di “giovane presidente di un gruppo di produttori”, mentre a Davide Zoppi ed al marito Giuseppe Luciano Aieta (che, nella scorsa estate, hanno subito un’aggressione a sfondo omofobo), produttori con la cantina Cà du Ferrà, in Liguria, va il premio “migliore comunicazione sociale”, anche per il vino “Zero Tolleranza per il Silenzio”, etichetta-manifesto contro “l’omertà e l’indifferenza”. Sono i premi speciali della guida “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” 2026, firmata da Luciano Ferraro, vice direttore del quotidiano “Corriere della Sera”, e da James Suckling, critico enologico tra i più importanti a livello internazionale e fondatore del sito JamesSuckling.com, che sarà presentata il 27 ottobre a Milano (ed in edicola dal 28 ottobre), e che WineNews ha anticipato. Una guida che, all’edizione n. 12, guarda al futuro del settore, come spiega anche il “sottotitolo”, “Le cantine storiche e la nuova generazione di produttori: le storie e le bottiglie della meglio gioventù”.
“Siamo davanti a una stagione nuova per il vino italiano. È in corso un passaggio di testimone - afferma Luciano Ferraro - tra chi ha costruito la storia del nostro vino e una generazione di ragazze e ragazzi che ne stanno riscrivendo il futuro. Un cambiamento profondo, che unisce rispetto per le radici e curiosità per le innovazioni. Per questo abbiamo voluto dedicare la guida 2026 ai giovani vignaioli che con passione e visione stanno dando nuova linfa al Vigneto Italia, mantenendo intatta la qualità e la varietà del nostro patrimonio enologico”.
Nel volume, come detto, anche la lista dei 100 vini italiani migliori, già selezionati da James Suckling per la sua “Top 100 Wines of Italy” 2025 (che abbiamo riportato qui), e che, se con tutti i criteri presi in considerazione dal critico (qualità, prezzo e “fattore wow”), vede al vertice l’Etna Rosso San Lorenzo 2023 di Tenuta delle Terre Nere, il Soave Classico La Rocca 2023 di Pieropan ed il Brunello di Montalcino Pianrosso 2020 di Ciacci Piccolomini d’Aragona della famiglia Bianchini, riordinandola, con il solo punteggio per la qualità del vino, mette in testa con 100/100, il Barbaresco Asili Riserva 2021 di Bruno Giacosa, il Brunello di Montalcino Madonna del Piano Riserva 2019 di Valdicava ed il Barolo Monvigliero 2021 di G.B. Burlotto, mentre con 99/100 punti seguono il Barolo Brunate 201 di Marcarini, il Toscana Bòggina B 2023 di Petrolo, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2020 de Il Marroneto, ed il Chianti Classico Gran Selezione 2021 di Ipsus della famiglia Mazzei.
Tra le curiosità, il racconto de “Le vigne storiche - 10 Vigneti Resilienti”, vigne che custodiscono “memoria ed identità”, firmato da Marco Simonit, alla guida, insieme a Pierpaolo Sirch, della “Simonit & Sirch - The Vine Master Pruners”, che, con il loro metodo di potatura, dal Friuli, hanno conquistato il mondo, e si prendono cura dei vigneti di molte delle aziende più celebri del pianeta. E che, in questa sua “Top 10”, ha selezionato la storica Vigna dell’Impero di Tenuta Sette Ponti, nel Valdarno (la cui peculiare storia abbiamo raccontato su WineNews in questo video), i Vigneti Antichi di Mamujada curati da Marco Bacci nel progetto “Blue Zone”, il vigneto di Contrada Rampante di Passopisciaro, sull’Etna, le Terrazze di Furore di Marisa Cuomo, ad Amalfi, le Vecchie Viti di Ruggeri, a Valdobbiadene, il Vigneto Gelsaia di Cecchetto, a Tezze di Piave, il Vigneto Meschinella di Gianfranco Fino, a Manduria, le Vigne di Cardamone, Diana e Tirro di Andrea Reale, ancora ad Amalfi, la Vigna Starse di Cantina Addimanda, a Taurasi, e le Vecchie Viti di Pajè di Roagna, a Barbaresco.
Un volume, “I Migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” 2026, che come detto, guarda al tempo stesso al passato e al futuro, anche nella prefazione firmata dal saggista e giornalista Marzio Breda, intitola “Quando i vignaioli vinsero la battaglia dei dazi”, con un interessante parallelismo tra la situazione di oggi, soprattutto guardando agli Usa, ed una vicenda di cinque secoli fa, ai tempi della Serenissima di Venezia, tra i contadini di Valmarena ed i Conti Brandolini, in quella terra che sarebbe poi stata la terra del Prosecco.

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