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VINO & MERCATO

L’export del vino italiano va in negativo, ma non affonda: -0,86% sul primo quadrimestre 2024

I dati Istat analizzati da WineNews: 2,5 miliardi di euro in valore, volumi a -3,67%. Gli Usa (+6,5%) in positivo, ma rallentano, crolla la Russia
DATI ISTAT, EXPORT, MERCATI, RUSSIA, USA, Italia
Vino italiano ed export: nei primi 4 mesi 2025 valore a -0,86% (dati Istat)

I mesi più difficili, con lo “spauracchio” dei dazi, questione ancora in evoluzione, dovranno probabilmente arrivare. Ma, seppur con le sue complicazioni, l’export del vino italiano continua ad essere vivo anche se, per la prima volta dopo tanto tempo, è preceduto dal segno negativo. A livello mondiale, nei primi 4 mesi 2025, segna 2,5 miliardi di euro in valore, in calo del -0,86% sullo stesso periodo 2024, e del -3,67% in volume, a 665.436.632 litri. A dirlo sono i dati Istat, usciti oggi, ed analizzati da WineNews. I due mercati principali per l’Italia, Stati Uniti e Germania, restano ancora positivi in valore. Crolla invece la Russia, e va giù anche il Regno Unito: la loro frenata ha avuto un peso importante, soprattutto quella russa, per la “bilancia” economica del vino italiano.
C’era il timore di un segno meno in arrivo dagli Stati Uniti, dopo le scorte “precauzionali” di fine 2024 e di inizio 2025 per anticipare i temuti dazi annunciati. E se il contraccolpo, nel quadrimestre terminato con aprile, primo mese di fatto con la certezza dei dazi imposti da Trump (per qualche ora al 20%, poi al 10% dal 5 aprile) non è stato di quelli “mortali”, la crescita, rispetto ai mesi precedenti, è comunque a velocità molto più ridotta: +6,59% su aprile 2024 per un valore di 667,2 milioni di euro.
La Germania, che resta leader europeo nelle importazioni, è stabile, ma comunque con il segno positivo a 376,6 milioni di euro (+0,2%), a differenza del Regno Unito che perde circa 15 milioni di euro nel confronto con il primo quadrimestre 2024, fermandosi a 227,2 milioni di euro (-6,3%). Tiene, invece, la Svizzera a 131,2 milioni di euro (+0,41%) che precede il Canada (125,5 milioni di euro, +8,4%), Paese che mostra una buona crescita e che potrebbe avere delle potenzialità per il vino italiano alla luce del blocco, quasi totale, negli acquisti del vino americano dopo le tensioni con il Governo Trump. Il calo, seppur marginale, ha interessato anche la Francia dove si scende sotto i 100 milioni di euro, e quindi 99,5 milioni (-0,9%). Buone notizie, invece, arrivano dai Paesi Bassi (+1,6%) a 80,5 milioni di euro, e dal Belgio (+4,3%) a 72,8 milioni di euro. Resta in linea, nel confronto con un anno fa, la Svezia che tocca 63,2 milioni di euro (-0,6%).
Tra chi scende c’è il Giappone a 54,5 milioni di euro (-10,8%) e, soprattutto, la Russia il cui dato pesa notevolmente sulle esportazioni italiane nel primo quadrimestre: il valore di 46,1 milioni di euro significa -55% rispetto a dodici mesi fa (oltre 56 milioni di euro in meno). Giù anche l’Austria (-4,4%) a 47,8 milioni di euro, e la Cina che continua la sua discesa negli acquisti del vino del Belpaese (-17,6% a 24,1 milioni di euro). Dal mercato orientale una ripresa, seppur “timida”, arriva dalla Corea del Sud (+2,6%) a 17,5 milioni di euro.
Un rallentamento c’è stato, questo è indubbio, e nei prossimi mesi è facile intuire che le cose peggioreranno ancora. Senza dimenticare, però, che il 2024 fu salutato come un anno da record per le esportazioni del vino italiano. Lo stallo dei volumi, con tante cantine italiane in sofferenza a causa delle rimanenze invendute e una vendemmia ormai alle porte, fa comunque riflettere. Ma gli scenari nei prossimi mesi non si possono ancora prevedere, la percentuale dei dazi Usa (con “l’incubo” del 30% dal 1 agosto, mentre le trattative con l’Ue vanno avanti) è la variabile decisiva che può far cambiare le carte in tavola, in una fase indiscutibilmente tra le più complesse della storia recente per il mercato del vino.

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