La varietà, la ricchezza, la tipicità e la qualità del cibo e del vino italiani sono la prima motivazione di viaggio in assoluto, quando si scegli il Belpaese. Con una percentuale del 26% complessivo (che sale al 29 se si calcolano solo gli stranieri, ndr), l’enogastronomia è la motivazione più gettonata da chi sceglie di viaggiare in Italia, anche più della sconfinata varietà e ricchezza del patrimonio storico e artistico (al 24%). A dirlo i dati Isnart-Unioncamere, secondo cui nel 2017 si sono contate oltre 110 milioni di presenze legate al turismo enogastronomico (di questi 43% sono stati italiani e il 57% stranieri), con una spesa che supera i 12 miliardi di euro.
“La connessione tra le filiere dell’agricoltura e del turismo - spiega Roberto Di Vincenzo, Presidente Isnart - è una delle basi per lo sviluppo sostenibile del territorio ed elemento distintivo dell’identità italiana. La targa “Italia” riesce a dare valore aggiunto alle nostre produzioni e alle realtà locali di origine, aggiungendo al contempo un’impronta emozionale unica ai soggiorni nel Belpaese”.
“Sono convinto che l’effetto dinamico del binomio turismo-enogastronomia - commenta Tommaso De Simone, Vicepresidente Unioncamere - porterà dei benefici in tutte le componenti dei sistemi territoriali, da quelle economiche ambientali passando per quelle sociali. La conferma di ciò sta nell’evoluzione che ha subito negli ultimi anni il settore del turismo, sempre più attento ai trend emergenti. In particolare i turisti enogastronomici costituiscono un segmento sempre più numeroso, data la crescente importanza delle produzioni agroalimentari tipiche. Non è un caso che oggi i souvenir di prodotti tipici sono i più acquistati”.
Tra le tendenze che vanno per la maggiore, c’è quella dei prodotti a “Chilometro 0”.
“La degustazione dei prodotti locali permette al turista di scoprire il territorio, le eccellenze e le tradizioni che rendono unico il nostro Paese. Per questa ragione - spiegano Isnart e Unioncamere - l’acquisto e il consumo dei prodotti tipici, a “Km 0”, è sempre più al centro dalle scelte che muovono il turista in Italia: già prima della partenza il 23,8% ricerca informazioni sui ristoranti che offrono piatti caratteristici. La spesa media di questi prodotti si attesta a 13 euro al giorno a persona. Per il consumo di pasti nei ristoranti o nelle pizzerie, ogni turista spende mediamente 25 euro al giorno; mentre la spesa nei bar, caffè e pasticcerie è di 8 euro pro-capite al giorno”.
Il binomio vincente fra turismo ed enogastronomia emerge anche dal recente sondaggio effettuato su un campione di imprese turistiche ricettive italiane. La ricerca evidenzia come il 25,4% delle aziende turistiche si muovono sempre più verso la creazione di proposte di pregio gastronomico, caratterizzandosi per offerta di prodotti, anche molto di nicchia.
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