Dopo un lungo periodo di crescita, la frenata degli indici del Liv-ex, punto di riferimento per chiunque investa nel mondo dei fine wine, è ormai da considerarsi strutturale. A fine aprile, e quindi con un terzo di 2023 in archivio, la china è ancora negativa. Come emerge dall’analisi WineNews, il Liv-ex 100, ossia l’indice che raccoglie le etichette più scambiate, perde lo 0,5% ad aprile e l’1,3% da inizio anno. Il Liv-ex 1000, che racchiude i vini più scambiati di tutto il mondo, segna il -1% ad aprile ed il -2,5% da inizio anno. Il Bordeaux 500, il sottoindice che dà i segnali migliori, ha perso lo 0,4% ad aprile e lo 0,7% da inizio anno. Fa decisamente peggio il Burgundy 150 che, dopo aver guadagnato qualcosa come l’83,5% negli ultimi 5 anni, segna il -1,5% ad aprile ed il -3% da inizio anno. Praticamente identico l’andamento dello Champagne 50, che viene dal +83,2% dell’ultimo quinquennio, e che ha perso, però, il -1,4% ad aprile e addirittura il -7,1% da inizio anno. Infine, l’Italy 100, che, come tutti gli altri indici, ha vissuto un periodo d’oro a cavallo tra il 2021 ed il 2022, rallentando fino al -0,9% ad aprile ed al -1,5% da inizio 2023.
Ovviamente, anche all’interno di una cornice tutt’altro che positiva, ci sono etichette capaci di regalare performance importanti. Tra i vini quotati sul Liv-ex 1000, da inizio 2023 a segnare la crescita maggiore sono stati l’Hermitage 2019 di Domaine Jean Louis Chave (+67,3%), Le Pavillon 2011 di M. Chapoutier (+61,1%), il Flaccianello delle Pieve 2011 di Fontodi (+39%), Chateau Pape Clement 2017 (+38,5%) e Chateau Palmer 2013 (+28,7%). Capovolgendo la classifica, i numeri peggiori nei primi quattro mesi dell’anno sono stati quelli dello Chateauneuf-du-Pape 2005 di Chateau Rayas (-32,4%), Domaine Georges Roumier 2014 (-30%), Chateau d’Ampuis 2019 di E. Guigal (-29,1%), Chateauneuf-du-Pape 2004 di Chateau Rayas (-26,3%) e Romanee-Saint-Vivant Grand Cru 2013 di Domaine de la Romanee-Conti (-25,1%).
Sull’Italy 100, che raccoglie le ultime 10 annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto e Ornellaia di Frescobaldi, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia e Tignanello di Antinori, Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva Bruno Giacosa e Flaccianello della Pieve Fontodi, le performance migliori da inizio 2023 sono state quelle di Flaccianello delle Pieve 2011 di Fontodi (+39%), Barbaresco 2015 di Gaja (+16,7%), Barolo Monfortino Riserva 2001 di Giacomo Conterno (+14,1%), Barolo Falletto Le Rocche del Falletto di Serralunga d’Alba Riserva 2000 di Bruno Giacosa (+10,2%) e Barolo Monfortino Riserva 2006 di Giacomo Conterno (+ 9,7%).
Limitando l’analisi al solo aprile 2023, invece, sul Liv-ex 1000 spiccano i numeri del Bonnes Mares Grand Cru 2015 di Domaine Georges Roumier (+18,8%), del Barolo 2011 di Bartolo Mascarello (+17,7%), dello Chateauneuf-du-Pape 2011 di Chateau Rayas (+17,6%), dello Chateau Climens 2007 (+17,5%) e dell’ Hermitage 2018 di Domaine Jean Louis Chave (+17,3%). Sull’Italy 100, infine, ad aprile spiccano il Barolo 2011 di Bartolo Mascarello (+17,7%), il Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno (+15,5%), il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2014 e 2012 e 2000 di Bruno Giacosa (+15,4% e +14,7% e +14,2%).
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