Il nome è un ricordo dell’oltraggio che subì il Papa Bonifacio VIII da parte dei suoi nemici, Sciarpa Colonna e Guglielmo di Nogaret inviati dal re di Francia Filippo IV il Bello nel 1303, il famoso schiaffo di Anagni … Poi i secoli passano è questo episodio storico ha dato il nome ad un fresco e piacevole rosso, fatto con le uve internazionali di Cabernet Sauvignon e Merlot e dell’antico Cesanese. A produrlo è la cantina Colacicchi di Anagni, cittadina che ha dato i natali a ben quattro Papi, tra il XII e XIII secolo, oggi di proprietà dei Trimani, una famiglia famosa in Italia per i suoi commerci in vini e raffinatezze alimentari a Roma. Ma la Colacicchi è dei Trimani soltanto dai primi anni Novanta: la sua nascita è legata, nei primi del Novecento, ad un illustre cittadino di Anagni, Luigi Colacicchi, musicologo insigne e accademico di Santa Cecilia, ma soprattutto appassionato viticoltore della provincia di Frosinone (a soli 60 chilometri a sud di Roma). Il sogno di Luigi Colacicchi era quello di produrre un grande vino rosso nella sua terra d’origine: Anagni. Per questo fu tra i primi a coltivare nobili vitigni: Cabernet Sauvignon e Merlot. Questa idea ha avuto eccellenti risultati che sono culminati nella realizzazione dello “Schiaffo di Anagni” (l’ultima annata è il 2000; sulle 20.000 lire e solo nelle enoteche) e del Torre Ercolana (l’ultima annata è il 1995; sulle 40.000 lire e solo nelle enoteche), quest’ultimo il vino di punta della cantina Colacicchi: “è un geniale matrimonio - spiega Carla Trimani - tra innovazione e rispetto della tradizione che unisce l’eleganza e la versatilità del Cabernet e del Merlot, con la rarità e la schiettezza del Cesanese, che è il tipico vitigno locale che lo lega al suo territorio (selezionato in anni di sperimentazione). Oggi, la Colacicchi, che mantiene le dimensioni di piccolo gioiello enologico così come impostato da fondatore Luigi, continua con la stessa passione e voglia di produrre grandi vini con spiccata personalità posti in vendita a giusta maturazione dai Trimani, in particolare Francesco Trimani il “delegato” dalla famiglia (vinai a Roma dal 1821) a seguire questa “impresa” del vino.
L’azienda dispone in totale di 5 ettari vitati con una produzione di altissima qualità segnata da una attenta scelta delle uve in vigneto, con una resa di uva per ettaro molto bassa: “questa selezione è necessaria - continua Carla Trimani - per poter ottenere grandi vini rossi da invecchiamento; i vini rossi affinano in botti di legno di rovere medio-piccole per molti mesi; in seguito, per il Torre Ercolana, segue un lungo affinamento in bottiglia per giungere alla maturità”.
La storia di Anagni e del suo “schiaffo”
Quando fu fondata Roma, Anagni già esisteva ed era la citta “sacra” degli Ernici, che erano un popolo di stirpe italica, forse una tribù dei Sabini. Nel secolo III diventa cristiana. Quindi, Anagni entrò a far parte dei domini della Chiesa e dal XII secolo in poi fu eletta dimora da molti Papi. Tra questi è da ricordare Adriano IV, unico Papa inglese della storia. Il suo periodo più glorioso fu appunto tra il XII e XIII secolo. In quegli anni, Anagni diede alla Chiesa ben quattro Papi: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII. E’ il Papa anagnino che, nel 1300, indisse il primo Anno Santo della storia. Fu anche il protagonista dello “schiaffo di Anagni”. Oltraggio che subì da parte dei suoi nemici: Sciarpa Colonna e Guglielmo di Nogaret inviati dal re di Francia Filippo IV il Bello. Gli storici ad oggi non sono concordati se ci fu veramente una percossa oppure fu solo un seria minaccia. Comunque, il popolo di Anagni insorse in difesa del pontefice per evitarne la cattura. Si dice però che l’umiliazione subita così in tarda età lo portò rapidamente alla morte. Bonifacio VIII è stato anche il fondatore dell’Università La Sapienza, del Duomo di Orvieto e di quello di Perugia.
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