Il vino italiano e lo sport, due grandi eccellenze del made in Italy, due portabandiera che mietono trionfi nel mondo e fanno bella l’Italia. Due passioni di tanti, in Italia e ai quattro angoli del pianeta, perfettamente incarnate dal n. 1 dello sport italiano, il Presidente del Comitato Nazionale Olimpico e membro del Comitato e membro del Comitato Olimpico Internazionale, Giovanni Malagò, intervistato da WineNews a Montalcino nella posa della “piastrella” che celebra le stelle dell’ultime vendemmia, la 2019, da 5 stelle su 5, come i cerchi olimpici, che tornano a ricordare il legame tra grande vino e grande sport.
“Sono due eccellenze, due mondi che tengono alta la bandiera italiana - come la moda, e altri settori meno popolari, come la tecnologia, penso alla Ferrari - sui quali c’è un formidabile riconoscimento di qualità, e senso di patriottismo, del tricolore. Io - racconta Malagò - sono un culture quasi “patologico” del vino italiano e toscano in particolare. Ed una delle cose più belle che accomuna vino e sport è questa voglia di raccontare, in Italia e nel mondo, quello che come Paese siamo capaci di fare. E poi c’è un legame anche con la salute: è dimostrato che facendo sport non solo non c’è nulla di male nel bere del buon vino, ma è un abbinamento perfetto”. Qualcosa di impensabile, forse, fino a qualche tempo fa. “L’Italia è anche un Paese di tuttologi, e tutti parlano di tutto, spesso per luoghi comuni. Di certo oggi nella sana alimentazione, che è sana abitudine per tutti, e fondamentale per chi fa sport, non c’è nulla di male nel bere un calice di vino, anzi è qualcosa di positivo, sempre parlando, ovviamente, di quantità contenute”.
Di certo da sempre sarà vino e cibo italiano accompagnano le nazionali italiane nei grandi eventi sportivi, e c’è da immaginare che sarà così anche alle Olimpiadi di Tokio 2020 (sempre che l’emergenza sanitaria del Coronavirus non prenda il sopravvento, ndr), e ai Mondiali di Sci di Milano e Cortina del 2026.“Certamente sarà così, alle Olimpiadi di Tokio 2020 abbiamo organizzato da tempo e con tante missioni e iniziative Casa Italia, dove obbligatoriamente tutto il cibo e tutto li bere è italiano, ci teniamo tanto. È il luogo maggiormente desiderato dalla comunità internazionale. Noi siamo orgogliosi. Come lo siamo di avere visto vincere la candidatura di Milano e Cortina nel 2026, ed è anche grazie a questo lavoro che abbiamo fatto, con vino e cibo, perchè si creano dinamiche relazionale importanti. È chiaro che conta la qualità del progetto, il dossier di candidatura, ma se poi sei testa a testa e trasmetti l’emozione dell’ospitalità, difronte ad una bottiglia di vino e a qualcosa che coinvolge emotivamente, è un aspetto importante e aiuta molto”.
Parole di chi, davvero, ama il vino italiano. Che è una passione vera per Malagò, come racconta a WineNews. “Una delle cose che mi da una felicità incredibile - racconta il presidente Coni - è che quando rientro a casa passo qualche minuto da solo in cantina, dove non prende il cellulare, scelgo la bottiglia da abbinare ai pasti. È una specie di rito che mi rende felice, guardo le bottiglie, ripasso qualche cosa che non sapevo. Vado quasi sempre su bollicine e vini rossi, rigorosamente italiane. Anzi, aggiungo che non ho mai comprato una bottiglia di vino che non sia italiano.Certo se me la regalano la bevo volentieri, ma non ne compro. Oltre al Brunello di Montalcino, tra i miei preferiti, metto vino come Masseto, Tignanello e Ornellaia, davanti ai quali ci si inchina e ci si commuove, sono un grande appassionato dell’Amarone della Valpolicella e del Barolo, e mi sto appassionando anche a vini pugliesi, abruzzesi, umbri e non solo. È un mondo che mi piace, mi conquista, mi gratifica. É una passione che cerco di trasmettere a tutti, finchè ci sarò io, posso dire che vino e cibo saranno sempre legati allo sport e ai suoi grandi momenti”.
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