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Lotto top è “De architectura” di Vitruvio (1521, da 17.000 euro), ma vi sono anche “Lettere” di Cosimo III de’ Medici e un “Menu” autografato da Puccini e Toscanini: ecco l’originale asta Bolaffi di “Libri rari di gastronomia”, il 14 maggio a Milano

Non Solo Vino
Un’immagine dell’“Opera in sei libri” di Bartolomeo Scappi

Il “De architectura libri dece traducti de latino in vulgare affigurati” di Marco Vitruvio Pollione, celebre prima edizione italiana del 1521 del più bel trattato d’architettura del Rinascimento che dedica grande attenzione all’agricoltura (base d’asta da 17.000 euro); la “Pomona italiana ossia trattato degli alberi fruttiferi contenente la descrizione delle migliori varietà dei frutti coltivati in Italia” di Giorgio Gallesio in fascicoli usciti nel 1817-39 (da 15.000 euro); l’“Historia verdadera de la conquista de la Nueva-España” di Bernal Diaz del Castillo del 1632, rarissima prima edizione della prima opera che parla della bevanda azteca nominata cioccolata (da 10.000 euro). Unici, storici, in edizioni raffinate e curiose, che trattano di agraria, agronomia ed alimenti, sono alcuni lotti top dell’asta Bolaffi di Libri rari di gastronomia, il 14 maggio al Grand Hotel et de Milan a Milano (che segue l’incanto di vini rari e pregiati, il 13 maggio, sempre a Milano, con Slow Food Editore).
In totale saranno battuti quasi 700 lotti, tra i quali, nella curiosa sezione dedicata al tema dei banchetti, il lotto top è la raccolta di menu “Lucerna de corteggiani ove, in dialogo si tratta diffusamente delle corti [...] come de la varietà dei cibi per tutto l’anno; e ciascuna domenica et altri banchetti” di Giovanni Battista Crisci del 1634 (da 6.000 euro). Tra i libri di gastronomia italiana e francese, ci sono, tra i top lot, un gruppo di lettere di argomento gastronomico firmate dal Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, dal 1690 al 1699, al conte Vincenzo Calini di Brescia per ringraziarlo dell’invio di prelibatezze culinarie, dal Bugliolo di Carpioni marinati alla bottatrice (da 3.000 euro). Tra la letteratura, invece, c’è anche “La cucina futurista” di Filippo Tommaso Marinetti e Fillia, prima edizione di un grande classico (circa 1932, da 600 euro). E, ancora, volumi di itinerari tra alberghi, osterie e cucine di città e regionali, italiane e non solo, ricettari e volumi sulle cucine internazionali, sulla caccia e su cuochi e gastronomi: da Apicio ad Archestrato di Gela, da Pellegrino Artusi a Jean Anthelme Brillat-Savarin, da Antonin Carême ad Alexandre Dumas, da La Varenne a Menon, da Vincenzo Cervio a Cristoforo Messisbugo, passando per la rarissima e ricercatissima prima edizione dell’“Opera in sei libri” di Bartolomeo Scappi, cuoco secreto di papa Pio V (1570), uno dei più famosi libri di gastronomia, tra i più belli in assoluto del Cinquecento (da 12.000 euro). Infine, tra i lotti più pregiati della sezione su vini e liquori, i trattati “Praelectiones pisanae [...]. Nec non tractatus primo, de hominis generatione. Secundo, de balneis pisanis. Tertio, de vino & aqua” di Girolamo Mercuriale del 1597, e “Tractatus de vinea, vindemia, et vino” di Prospero Rendella del 1629 (da 1.500 euro).
Tra le opere più antiche si va da una rara prima edizione di “Bernardini Corii viri clarissimi mediolanensis Patria historia” di Bernardino Corio del 1503, la più importante storia di Milano (da 2.500 euro) e “In Carum Lucretium poetam Commentarij a Ioanne Baptista Pio editi: codice Lucretiano diligenter emendato” di Lucrezio Caro del 1511, al “Commentario de le piu notabili, & mostruose cose d’Italia, [...] Vi si è poi aggionto un breve catalogo de gli inventori de le cose che si mangiano, & si beveno” di Ortensio Lando del 1550 (da 1.000 euro); dal “Discorso sopra la superstizione” di Francesco Cattani da Diacceto del 1567 dedicata alla magia, arte che si esercita anche “mediante i vini, come appare negli spiritati e in tal caso si chiama pitonia”, a “Le navigationi et viaggi nella Turchia” di Nicolas Nicolay del 1576 con il capitolo “De’ cuochi et altri officieri della bocca del gran Signore, & del modo ordinario di mangiare de’ Turchi” (da 1.800 euro); passando per “Di Polidoro Virgilio da Urbino De gli inventori delle cose, libri otto” di Polidoro Vergilio del 1592 in cui si parla di “Vino è incendio del piacere”, “Vino immoderato di che sia cagione”, “Vino da chi fu trovato”, “Vino pure induce pazzia”, ma anche l’“Historia naturale di C. Plinio Secondo di latino in volgare” di Plinio del 1534, “De l’agricoltura. Libri XII. [...] Trattato de gli alberi” di Lucio Giunio Moderato Columella (1544), e l’enciclopedia agraria “Della agricoltura libri cinque” di Francesco Sansovino (1561, da 1.600 euro). E, ancora, “La singolare dottrina [...] dell’ufficio dello Scalco, de i condimenti di tutte le vivande, le stagioni che si convengono a tutti gli animali, uccelli, & pesci, banchetti di ogni tempo” di Domenico Romoli (1587, da 2.000 euro), “Il convito overo Discorsi di quelle materie che al convito s’appartengono” di Ottaviano Rabasco del 1615 (2.000 euro), l’“Herbolario volgare: nelquale se dimostra a conoscer le herbe: & le sue virtu: & il modo di operarle” di Arnaldo de Vilanova (1539, da 3.000 euro), “Libro novo nel qual s’insegna à far d’ogni sorte di vivanda secondo la diversità de’ tempi, cosi di carne come di pesci e i modo d’ordinar banchetti, apparecchiar tavole fornir palazzi” di Cristoforo Messisbugo (1552, da 3.000 euro), e l’“Incipit tractatus de virtutibus herbarum” di Arnaldo de Vilanova (1520, da 4.000 euro).
Tra le curiosità in asta, si va da annuari e almanacchi italiani e francesi di fine ’800 e primi del ’900, da quelli per “L’amico contadino” (1892) a “L’Almanac de Cocagne dédoé aux vrais gourmands et aux francs buveurs” con testi di Apollinaire, Cocteau, Satie e illustrazioni anche di Matisse (1920-1922); libri di ricette offerti da ditte commerciali a uso delle massaie italiane dei primi del ’900; piccole biblioteche gastronomiche; trattati, manuali di galateo e cucina, con antiche edizioni de “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi, o per cuoche perfette; riviste, come i volumi de “La Cucina Italiana” degli anni ’30. E persino dedicate a chi ha scelto la cucina vegetariana, già a inizi Novecento con “Cucina vegetariana, manuale di gastrosofia naturista” del 1930 di Enrico Alliata duca di Salaparuta, grande capitano d’industria e produttore vinicolo siciliano.
Grandi autori classici, tra i volumi di letteratura: dal “Trattato del governo della famiglia d’Agnolo Pandolfini colla vita del medesimo scritta da Vespasiano da Bisticci” di Leon Battista Alberti (1802), a La fiera commedia di Michelagnolo Buonarruoti il giovane e La tancia commedia rusticale di Michelangelo Buonarroti (1726), da “Il libro del Cortegiano [...] restituito finalmente alla sua prima integrità” di Baldassarre Castiglione (1771) a “Bertoldo Bertoldino e Cacasenno” di Giulio Cesare Croce (1792), con al centro Bertoldo, contadino rozzo, abituato a mangiare rape e altri cibi umili, a “Il vino” di Edmondo De Amicis (1890) passando per “Bacco in Toscana” di Francesco Redi (1774). E se c’è anche una sezione dedicata ai manuali Hoepli, tra i top lot dei volumi dedicati ai vini e liquori, vi sono Della eccellenza e diversità de i vini, che nella montagna di Torino si fanno di Giovanni Battista Croce (1606, da 600 euro) e Recherches sur l’état actuel de la distillation du vin en France et sur les moyens d’améliorer la distillation des eaux-de-vie di Antoine Simon Duportal (1811, da 750 euro).
Un’asta originale, in cui saranno battuti anche i più eclettici utensili e oggetti da cucina, con top lot uno spremiagrumi monumentale (in legno, con 4 colonne ioniche che sorreggono la cassetta del 1700, e che parte da una base d’asta di 1.000 euro). Ma anche un menu n onore di Giacomo Puccini e del trentennale della prima dell’opera del grande compositore, La Manon, che aprì la stagione scaligera del 1922, con la direzione di Toscanini, ancora in scena nel l’anno successivo quando Milano lo celebrò con una grande festa al Ristorante Cova: il menu testimonia quella ricorrenza e reca la firma autografa del Maestro e di Arturo Toscanini, tra “Consommé alla Geronte”, “Trota alla Lescaut”, “Aspic di pollo alla Des Grieux” e “Medaglioni di vitello Manon”. Infine, vecchie etichette di vini che vanno dal Barolo al Marsala, passando per i grandi francesi e non solo. E, ancora, antiche posate di ogni tipo, un rullo in bronzo per fare i maccheroni del 1800, un menu in legno da muro sempre del 1800, schiaccianoci scolpiti (uno con il volto del Cancelliere Otto von Bismarc, ancora dell’’800), apriscatole, un raro sottopentola in ferro con animali e mostri e con piedini del 1500, e, poi, cavatappi, una siringa da pasticcere, stampini per biscotti, saliere, posate di ogni tipo.
Anche i lotti dei menu sono affascinanti: ad acquerello, dipinti a mano, con giardini, paesaggi marini, animali, militari e giovani signore che brindano ad una tavola campestre, in stile liberty, su cartoncino, in legno, in seta, francesi, dall’’800 al ’900. Accanto al menu in onore di Puccini, un lotto è legato persino a Paul Gauguin (Onze menus propos de Robert Rey, Ginevra, Gerald Cramer, 1950, da 300 euro). E, infine, antichi segnaposto firmati, e lotti di etichette di vini e liquori, dal Barbaresco al Moscato, dal Marsala al Freisa, dal Brachetto al Barolo (tutti assieme, in un lotto con dai 2 ai 100 esemplari, mai usati, da 250 euro). Il top lot (con base d’asta a partire da 500 euro è una raccolta di etichette per bottiglie di vini e liquori, gran parte di origine italiana ma ci sono anche etichette di Whisky, Gin, Madera come anche dei grandi vini francesi dal Pommard al Medoc.
Info: www.bolaffi.it

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