
Di idee per raccontare un vino, la sua storia, la filosofia del produttore, la cantina in cui nasce, la bellezze del suo territorio e la cultura che c’è dietro, ce ne sono tante (e molte, chiaramente le più importanti o curiose, si sono raccontate, ndr), destinate ad aumentare ancora e ancora, in futuro, grazie alle nuove tecnologie, se solo si pensa alle potenzialità della realtà aumentata o dell’Intelligenza Artificiale. Intanto, il Qr Code, da quando ha fatto il suo ingresso nel mondo del wine & food, sembra essere la soluzione più adottata, sulle etichette dei vini di sempre più cantine, ma anche sui nuovi contrassegni di Stato per Docg e Doc dell’Istituto Poligrafico e Zecca della Stato. Questo perché, da tempo, la sola bottiglia non basta più per comunicare quello che c’è dentro e fuori, tanto che per farlo sfruttando il packaging siamo arrivati alla sua “ultima frontiera”, in tutti i sensi: il tappo. È qui che la cantina Dei Principi di Spadafora, nobile ed antichissima famiglia siciliana, che produce vino fin dal Duecento e da vitigni come Grillo, Nero d’Avola e Syrah, oggi nell’azienda biologica in Contrada Virzì a Monreale, alle porte di Palermo, guidata da Francesco, con la figlia Enrica Spadafora, ha deciso di sostituire la capsula con un Qr Code che, una volta inquadrato, racconta la sua storia. E che, però, altrettamento curiosamente, è un bollino adesivo, che si può staccare e riattaccare dove si vuole.
Storia antichissima, dunque - alcuni dei componenti della famiglia Spadafora hanno occupato cariche di primo piano nel Regno di Sicilia e in alcuni Stati Europei - amore per la propria terra - nei secoli i Principi di Spadafora hanno avuto il predominio su cinque principati, un ducato, due marchesati, una contea e venticinque baronie, rivalutando i vigneti autoctoni e portando in Sicilia vigneti alloctoni destinati alla nascita di vini di qualità - e sguardo al futuro, dal vigneto alla bottiglia, appunto, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità, ambientale, economica e sociale. Come raccontano i suoi vini, dalle etichetta di punta, come il Sole dei Padri, 100% Syrah, al nuovo “Il cuGino”, un bianco a basso grado alcolico, prodotto principalmente da uve Grillo, per rispondere alle sfide del cambiamento climatico e alle nuove tendenze di consumo, soprattutto tra i giovani. Uno sguardo al domani, che porta la cantina anche a sperimentare linguaggi sempre nuovi per raccontare la sua idea di sostenibilità alle persone, e che ha già visto nascere etichette “parlanti” e anche vere e proprie storie a fumetti.
“La sostenibilità è qualcosa che fa parte di noi e della nostra filosofia produttiva, basata sul rispetto per la terra con la ferma volontà di tutelare la natura per lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi - racconta, a WineNews, Enrica Spadafora, ultima generazione che ha aperto all’accoglienza le porte dell’azienda di famiglia, 100 ettari dove nascono 16 etichette per una produzione di 120.000 bottiglie, certificata biologica, in Assovini Sicilia e nella Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) - oltre agli aspetti che riguardano la salvaguardia dell’ecosistema in vigna, la gestione energetica e il risparmio idrico, negli ultimi anni abbiamo dato grande importanza al packaging, utilizzando bottiglie leggere, tappi riciclabili al 100% (sia di sughero naturale che tecnici) e scatole di cartone prodotte con materiali riciclati. Poi, già da un po’ di tempo, abbiamo sostituito le capsule delle bottiglie con bollini adesivi in resina. L’idea è partita dalla considerazione che la capsula non viene mai staccata, ma buttata con la bottiglia e quindi non differenziata. Utilizzare un bollino adesivo che si stacca permette di superare questo problema e ci consente anche di poter comunicare informazioni importanti per il consumatore in maniera semplice e immediata con un Qr Code presente sul bollino stesso. Attraverso quest’ultimo, infatti, si può accedere in un istante alle pagine web che permettono di conoscere la nostra filosofia aziendale, il processo produttivo del vino e di accedere al certificato di analisi che ci dice esattamente cosa contiene il vino. Massimo rispetto per l’ambiente, dunque, così come massima trasparenza nei confronti del consumatore che, a nostro parere, ha diritto di sapere esattamente cosa beve”. Ma è anche curioso pensare alla possibilità di staccare il Qr Code dai vini di Spadafora per attaccarlo, magari, in un quaderno di appunti di degustazione o in un diario di viaggio. Per i romantici del genere.
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