Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)
RISCOPERTA DELLA TRADIZIONI

L’ultima tendenza a tavola? Collezionare i piatti dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo

In Italia e nel mondo, i simboli della prima associazione italiana di ristoratori che raffigurano la specialità del locale, sono sempre più un cult

Tutti ne parlano, riviste patinate comprese, in Italia e non solo: l’ultima tendenza che spopola, è la riscoperta dei piatti dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, su cui è raffigurata la specialità del locale dipinta a mano dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare, sulla Costiera Amalfitana, come oggetto cult da collezionare - ma non solo: anche da portare in tavola - che si trovano in vendita online e tra i lotti delle aste sul web, nelle fiere vintage e nei più famosi negozi di arredamento, come Abc Carpet & Home a New York. Dove, il Terre-Pasta & Natural Wine, con “piatto forte” le Pappardelle con ragù di cinghiale selvatico dipinte con tanto di bandiere italiana ed americana, è tra gli otto ristoranti, e il primo e unico in Usa, entrati a far parte, nel 2024, della prima associazione di ristoratori nata in Italia nel 1964, 60 anni fa festeggiati quest’anno, per salvaguardare e valorizzare le tradizioni e culture gastronomiche italiane, anche all’estero. E alla quale il “The New York Times” ha dedicato l’articolo “Lots of Italy, on Many Collectible Plates”.
Abc Carpet & Home, come racconta la giornalista Chantel Tattoli sul quotidiano americano, tra i più autorevoli e letti al mondo, ha iniziato a vendere i piatti del Buon Ricordo dal 2022, passando da 50 pezzi ai 600 di oggi che è possibile acquistare nel negozio a 60 dollari l’uno, grazie all’interesse per il loro stile e le storie che raccontano. E che, come spiega Monia Solighetto, proprietaria con Alessandro Trezza, entrambi di origini milanesi, e lo chef Daniele Tassi, le cui radici sono, invece, umbre, del ristorante Terre nella Grande Mela, sono legate alla “tradizione italiana di mangiare localmente e utilizzare ingredienti di qualità e stagionali, una tradizione che ora è anche di tendenza”. Per realizzare il piatto-simbolo del ristorante, ispirato alla cucina umbra, chef Tassi utilizza tutti ingredienti italiani, ad eccezione della carne di cinghiale che proviene dal Texas. Ad accompagnarlo, nella wine list, una selezione di “vini naturali” di tutta Italia, tra rossi, dal Dolcetto d’Alba di Brezza al Teroldego di Foradori, dal Brunello di Montalcino de Le Ragnaie all’Amarone della Valpolicella di Massimago, bianchi e rosè, dal Trebbiano d’Abruzzo di Emidio Pepe al Syrah di Stefano Amerighi, le immancabili bollicine ma anche orange wines, a partire dalle etichette friulane di Princic e Radikon. “Vignaioli amici”, spiegano i proprietari, “con i quali abbiamo un rapporto stretto, perché solo se li conosci personalmente, puoi conoscere anche i loro vini”.
La nascita dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo negli anni Sessanta del Novecento si deve alla felice idea di Dino Villani, uomo di cultura e maestro di comunicazione (a cui si devono, tra l’altro, l’ideazione del Concorso “5.000 lire per un sorriso” che, nel 1946, diventò Miss Italia e del Premio Suzzara, progettato con Cesare Zavattini, oltre all’idea di far diventare il 14 febbraio la Festa degli Innamorati e di creare un dolce-simbolo per Pasqua, la colomba pasquale appunto), con l’obiettivo di ridare notorietà e prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata. Oggi sono 112 i locali (11 all’estero tra Europa, Stati Uniti e Giappone, entrati a far parte dell’associazione a partire, pionieristicamente, dagli anni anni Otttanta) che fanno parte del sodalizio, ed a caratterizzare i ristoranti dell’Unione, ed a creare tra loro un trait d’union, è, come un tempo, il piatto-simbolo che viene donato a chi degusta il “Menu del Buon Ricordo”, affinché porti con sé a casa il ricordo di una piacevole esperienza gastronomica. La migliore, e che rende unico il Belpaese: parola del “The New York Times”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli