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LUNELLI (CANTINE FERRARI): LA SPUMANTISTICA ITALIANA SE NON UNISCE LE FORZE NON CRESCE

Italia
I fratelli Lunelli delle Cantine Ferrari di Trento

“L’Italia produce annualmente una media di circa 18 milioni di bottiglie di spumante, contro i 350 milioni dello Champagne e i 250 milioni del cava spagnolo. Siamo una goccia nei confronti di questi due colossi e se vogliamo crescere dobbiamo riunire gli sforzi almeno sul piano della comunicazione e della valorizzazione del nostro spumante”. A dirlo è Marcello Lunelli delle Cantine Ferrari, la nota casa spumantistica trentina che, con 4.050.000 bottiglie prodotte nel 2000, è tra le leader a livello nazionale. Non ha usato mezze parole Lunelli, nei giorni scorsi, al convegno “Le bollicine del terzo millennio: storia, realtà ed evoluzione del metodo classico”, organizzato da Enoservice, la nota azienda franciacortina specializzata nel supporto tecnico alle aziende vitivinicole.

“In questi ultimi dieci anni la crescita dello spumante italiano, soprattutto sui mercati esteri – ha detto Lunelli – è stata veramente irrisoria. Più che altro le diverse aziende italiane si sono rubate quote di mercato qua e là”. “L’export di spumante italiano, infatti – ha proseguito Lunelli – è di solo 1,5 milioni di bottiglie ed è su questo versante, quindi, che c’è moltissimo da lavorare e vanno cercate sinergie tra produttori”. Per Lunelli va fatto un forte sforzo di comunicazione innanzitutto per modificare i campi di consumo che continuano a relegare lo spumante in Italia al solo ruolo di vino da dessert. “Si deve tentare a tutti i costi la strada del tutto pasto, altrimenti non vi sono grandi prospettive di allargamento per il nostro spumante”. “Nel mondo – ha detto Lunelli – il nostro spumante non si deve scontrare con un’azienda ma con un fenomeno mondiale eccezionale di marketing che è condensato in un nome: Champagne. Io non credo sia possibile competere ad armi pari con un colosso di questo genere ma certo che lo spumante italiano è troppo frammentato per avere qualche chance in più”. “La Ferrari, quindi, propone – ha concluso Lunelli – di individuare una sorta di casa comune per la promozione del metodo classico soprattutto sui mercati esteri. Noi siamo convinti che l’unione fa la forza, lo dimostrano anche gli sforzi immensi che abbiamo fatto per la costituzione della Trento doc che oggi riunisce circa 50 aziende. Un’azienda come la nostra può benissimo andare avanti anche da sola ma siamo convinti che se si vuole crescere ulteriormente serve una maggiore concentrazione di mezzi. La spumantistica italiana oggi sta andando alla conquista dei mercati esteri con munizioni risibili”.
La proposta di Lunelli non ha trovato, per il momento, nessun interlocutore interessato, anzi, i primi commenti sono stati tutti di verso contrario. “Troppe le differenze tra le aree di produzione italiane – ha detto Mario Falcetti, segretario zonazione dell’Oiv – e quindi molto difficile trovare strade comuni”. Lunelli alla fine ha commentato con un laconico “chi si accontenta gode” ma non ne era assolutamente convinto.

Fabio Piccoli

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