Se, come consuetudine (e regola) vuole, nella discussione sul cambiamento di un disciplinare di produzione la parola spetta ai produttori associati in consorzio, che decidono a maggioranza sul da farsi, nel caso del vino Cirò non succede così. Anzi, arriva un altro e nuovo protagonista ad animare la discussione e a indicare una decisione alternativa. Il coordinamento di Slow Food Calabria, sostenuto dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità e Slow Food Italia, scende direttamente in campo e appoggia il ricorso contro la modifica del disciplinare che consente l’introduzione di vitigni diversi dal gaglioppo (storico vitigno autoctono) nella produzione del vino Cirò.
La modifica al disciplinare è stata da poco approvata dalla maggioranza dei produttori aderenti al consorzio e dalle istituzioni locali. Ma un gruppo di produttori convinti che la viticoltura italiana debba sostenere varietà locali e tradizionali ha deciso di presentare ricorso contro questa modifica.
Slow Food appoggia il ricorso e accompagnerà i produttori durante tutte le fasi della controversia legale, affinché sia riconosciuto il valore della biodiversità vitivinicola contro strategie commerciali che conducono all’omologazione dei vini in una concorrenza globale sempre più agguerrita.
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