Vino e moda, due grandi eccellenze del made in Italy. La prima fisicamente ancorata al territorio, la seconda legata soprattutto al “saper fare”, alla creatività e al gusto italiano. Due comparti molto diversi, per struttura, dinamiche, volumi d’affari mossi, ma egualmente strategici soprattutto nella rappresentazione del meglio dell’“Italian life style” che tanto piace a tutto il mondo e che, ovviamente, non sono rimasti immuni dall’impatto della pandemia, anche in virtù della loro comune proiezione sui mercati del mondo. Eppure, tra i due settori, quello del vino è quello che sembra aver resistito meglio, almeno fino ad oggi. A dirlo, a WineNews, Massimo Ferragamo, le cui origini sono nella storica famiglia Ferragamo, il cui nome è simbolo dell’alta moda italiana nel mondo, ma il cui cuore è nel vino, ed in particolare a Montalcino, terra del Brunello, con Castiglion del Bosco, una delle più belle e antiche tenute del territorio (2.000 ettari, di cui 62 di vigneti, tutti a Sangiovese, e 51 ettari a Brunello di Montalcino, per una produzione che si attesta sulle 250.000 bottiglie), che Ferragamo ha acquisito nel 2003, e dove la produzione del grande rosso toscano è intrecciata all’ospitalità di altissimo livello (con il resort Rosewood Castiglion del Bosco, dove sono stato ospiti in passato da Barack Obama a Paul McCartney).
“Non è facile affermare quale dei due settori, tra vino e moda, ha le caratteristiche per ripartire prima, si tratta di due settori molto vicini ma anche molto diversi; direi che il mondo del vino ha resistito meglio a livello globale - spiega Massimo Ferragamo - nonostante abbia dovuto affrontare molte sfide, quali ad esempio la distribuzione, arrivare fisicamente nelle case delle persone. Tutto sommato il vino ha sofferto meno. Mi riferisco, in particolare, ai prodotti di Castiglion del Bosco e delle azioni che siamo riusciti ad intraprendere nonostante la pandemia. Relativamente al settore della moda, invece, devo dire che è stata molto più dura, a partire dalla chiusura dei primi negozi in Asia per qualche mese, cui sono seguite le chiusure in Europa e poi negli Stati Uniti. Di sicuro questo non ha aiutato il settore della moda. Ora nei Paesi dove abbiamo riaperto ci stiamo riprendendo bene e sono sicuro che non appena potremo riaprire in tutto il mondo torneremo a lavorare in modo positivo, anche se con l’horeca sarà un percorso un po’ più lungo. Abbiamo davanti a noi due anni impegnativi prima di poter ritornare a vedere i risultati a cui eravamo abituati nel 2019”.
Le difficoltà, per il settore non mancano. E proprio realtà come Castiglion del Bosco, che vivono di turismo diretto e di vino nell’horeca d’Italia e del mondo, sono state tra le più penalizzate dalla pandemia e dalle misure per contenerla. Eppure sono state prese delle contromisure, talvolta anche in modo pionieristico. Proprio di Castiglion del Bosco, per esempio, è stata la prima applicazione pratica del cosidetto “pegno rotativo”, ovvero un finanziamento da 1 milione di euro di 4 anni (con 12 mesi di pre-ammortamento), tasso fisso e rimborso di interessi e capitale su base semestrale, con il vino “atto a divenire Brunello di Montalcino” a garanzia, in una operazione che ha coinvolto il Banco Popolare di Milano, Pwc e Valoritalia. Per metterla in piedi, “innanzitutto sono servite le capacità manageriali interne - spiega Massimo Ferragamo - un team composito che alle competenze della produzione, delle vendite e dell’ospitalità aggiunge una importante esperienza nella gestione aziendale e finanziaria, degna di aziende di dimensioni ben superiori alle nostre. Da qui è partito il delicato lavoro di costruzione di un’operazione assolutamente innovativa, con il supporto di Banco BPM, PwC e Valoritalia. Ovvero il primo finanziamento nella forma tecnica di inventory loan, da 1 milione di euro messo a disposizione da Banco Bpm: una linea di credito garantita dai pregiati vini in magazzino per supportare le aziende che necessitano di tempo per affinare e valorizzare le proprie produzioni. Questo strumento finanziario è utile - sottolinea Ferragamo - poiché va a garantire il credito, lasciando il vino sfuso nella piena disponibilità di Castiglion del Bosco, consentendo l’imbottigliamento e l’invecchiamento delle annate prossime alla messa in commercio.L’obiettivo finale è supportare quelle aziende che, come Castiglion del Bosco, necessitano di tempo per affinare e valorizzare le proprie produzioni e creare valore per l’intera denominazione. Quest’operazione di Inventory Loan, basata sul privilegio rotativo, rimane ad oggi l’unica operazione del genere effettuata in Italia. Il privilegio sembra rappresentare una formula più semplice e efficace rispetto a quella prevista dal pegno rotativo approvato con il decreto di agosto 2020”.
Un’operazione a suo modo pionieristica, dunque. Intanto, però, il settore del vino guarda al futuro, dove si troverà ad affrontare sfide nuove, ma anche questioni strutturali e storicizzate. Per esempio, la grande frammentazione del settore produttivo. E assunto che fin qui le cose bene o male hanno retto, e che ogni azienda, grande o piccola che sia, ha la sua storia, le sue particolari e quindi anche differenti modi di reagire agli stimoli esterni, positivi e negativi che siano, viene da chiedersi quanto, nel complesso, il settore possa ancora sostenere un quadro come quello attuale.“Purtroppo, credo che da un lato, questa crisi gravissima, porterà alla perdita di tanti piccoli produttori - dice ancora Massimo Ferragamo - per i quali, in mancanza di aiuti esterni, sarà molto difficile sopravvivere così a lungo. Dall’altro, volendo trovare un lato positivo, questa crisi potrebbe avviare un percorso virtuoso che preveda il consolidamento nel settore del vino, con la creazione di un numero maggiore di operatori di dimensioni più importanti, ma anche di andare a risolvere le carenze strutturali. In particolare mi riferisco alla logistica e ai trasporti e alle inefficienze nel settore della comunicazione e del marketing e del marchio del vino italiano nel mondo, che, da anni, affliggono il nostro settore e che potrebbero trovare una soluzione proprio sulla spinta di questa crisi”.
Intanto, tra le cose che la pandemia ha sicuramente spinto, c’è la digitalizzazione, anche nel mondo del vino, e la crescita dei “wine club” gestiti direttamente delle singole cantine. E Castiglion del Bosco, con il “1100 Wine Club”, ne ha uno molto avanzato in termini di offerta: “sono molto orgoglioso di dire che siamo stati tra i primi nel mondo del vino a creare un Wine Club per i nostri soci che non fosse un semplice modo per garantire loro uno sconto sull’acquisto dei nostri vini - sottolinea Ferragamo - format molto comune ai vari wine club nel mondo, ma che fosse una vera e propria community di appassionati di vino e delle sue eccellenze, della sua identità e territorialità, fondata sull’esclusività e sui rapporti interpersonali. Il nostro Wine Club è un vero e proprio “luogo” in cui poter condividere con i nostri soci la nostra passione per il vino e per il lifestyle toscano. Abbiamo quindi creato per loro, all’interno della cantina, un salone dal design elegante e accogliente, davvero unico nel suo genere, dove ognuno di loro ha fisicamente un proprio spazio dove conservare la propria collezione di vini pregiati (tutti, non solo i nostri) in nostra custodia, a temperatura e umidità controllate. Questa stanza, che noi abbiamo chiamato “Members’ Cellar”, è il cuore pulsante del nostro “1100 Wine Club”, dove i nostri soci possono tornare quando vogliono, senza limitazioni e organizzare le loro cene ed eventi privati, degustazioni speciali o anche solo godersi un buon calice di vino in compagnia della loro famiglia ed amici, in un luogo che fa bene agli occhi e allo spirito. Una seconda casa in Toscana, una famiglia allargata a Castiglion del Bosco, che appartiene anche a loro. Durante l’anno organizziamo per loro eventi e degustazioni esclusive con personalità di spicco del mondo del vino (produttori, sommelier e master of wine), dedicate alla scoperta delle regioni vitivinicole più blasonate del mondo o delle realtà di nicchia ancora poco conosciute. Vengono inoltre organizzati anche wine dinners ed eventi non solo a Castiglion del Bosco ma anche nel modo, in venues di pregio spesso suggerite e promosse dai soci stessi, o ospitati dagli stessi soci nelle loro case. Durante questi mesi di lock-down, per i soci che non hanno potuto viaggiare e venirci a trovare abbiamo organizzato degustazioni virtuali nelle loro case, proponendo temi ed etichette sempre diversi, per non smettere di scoprire e divertirci insieme facendo quello che ci piace di più fare: assaggiare ed apprezzare insieme un buon calice di vino. Questi eventi virtuali sono stati molto apprezzati ed hanno accorciato le distanze e la solitudine”.
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