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MADGA ANTONIOLI (UNIVERSITA' BOCCONI DI MILANO): IL CONTESTO DI QUALITA' DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Accanto alle risorse naturali, culturali e artistiche che hanno tradizionalmente caratterizzato il turismo italiano si pone oggi un comparto relativamente nuovo dal punto di vista della valorizzazione turistica e dotato di enormi potenzialità di sviluppo: l’enoturismo. Il segmento dell’enogastronomia rappresenta uno dei principali fattori di intensificazione del Paese, anche a livello internazionale, grazie all’apporto valutario che il comparto agroalimentare genera. La concorrenza in ambito europeo e la riscoperta dell’ambiente rurale e dei suoi valori di conservazione e tutela impongono una qualificazione del comparto. Nel contesto di “Strada”, quale percorso di scoperta di un territorio e delle sue produzioni tipiche, è indispensabile realizzare un contesto di qualità quale fondamentale strumento di garanzia nei confronti del turista/consumatore.

In questa ottica due sono i passaggi chiave sui quali occorre avviare una approfondita riflessione: che cosa garantire e come garantirlo. È evidente il riferimento a due aspetti: da un lato i parametri e gli standard di qualità; dall’altro la metodologia, le procedure e gli strumenti più idonei ed efficaci per offrire tale garanzia. La complessità di un simile approccio è determinata dalla necessità di fare riferimento contemporaneamente a tre livelli di qualità: del prodotto vino, dell’accoglienza ed infine del sistema nel suo complesso. Il primo di tali livelli è la logica conseguenza del fatto che una “Strada” nasce comunque per valorizzare e promuovere i “prodotti di eccellenza” dell’enogastronomia di una determinata area. Il secondo livello è strettamente connesso con la scelta dello strumento turistico quale via per la valorizzazione di tali prodotti. L’accoglienza è il contesto nel quale il turista si avvicina al vino e ad uno specifico luogo di produzione dello stesso. Tale contesto deve corrispondere alla esplicita richiesta della domanda di non ridurre la “visita” ad un semplice momento di conoscenza della tipicità dello specifico prodotto, ma di trasformarla in una esperienza da ricordare e da raccontare. Il terzo livello, infine, è il più complesso da perseguire e da controllare.

Il punto di partenza sta nella constatazione che una “Strada” è da un lato una rete di operatori e dall’altro uno strumento di valorizzazione di risorse territoriali. Questo accenno vale, ed è del tutto evidente, anche per il Movimento del Turismo del Vino, data la sua configurazione di rete di imprenditori, la cui operatività fa riferimento a specifici e differenziati contesti locali.

Magda Antonioli - Università Bocconi di Milano

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