Il territorio “verde” sta rapidamente scomparendo sotto il cemento. I primi dati del Censimento generale dell’agricoltura 2010 indicano che, in dieci anni, sono andati perduti 298.000 ettari di coltivazioni e 1,5 milioni di ettari di superficie agricola utile. Le conseguenze di questa situazione, rileva Agriturist (Confagricoltura) lanciando l’allamre, sono già pesantissime per quanto riguarda il dissesto idrogeologico. Per riparare i danni di alluvioni e frane, secondo l’Ordine dei Geologi, si sono spesi, negli ultimi vent’anni, circa 22 miliardi. Gli interventi di prevenzione sarebbero costati meno di un terzo. Questo mentre il paesaggio soffre continui “prelievi” di risorse, con inevitabili conseguenze sulla vocazione turistica dei territori e sulla salvaguardia dei beni culturali e ambientali. Il grave problema sarà al centro del convegno, promosso da Agriturist, l’11 novembre, ad “Agri@Tour” 2011, il Salone Nazionale dell’Agriturismo alla Fiera di Arezzo (info: www.agriturist.it).
Ad intervenire, saranno Vittoria Brancaccio e Giorgio Lo Surdo, presidente e direttore di Agriturist, Carlo Hausmann, coordinatore del gruppo di lavoro che supporta l’Osservatorio Nazionale dell’Agriturismo, e Roberto Ippolito, autore del libro “Il Belpaese maltrattato”.
“La campagna custodisce un patrimonio culturale e naturalistico enorme che potrebbe contribuire in misura rilevante al rilancio turistico dell’Italia e all’occupazione. Ma la distruzione del paesaggio rappresenta un grave ostacolo alla realizzazione di questo progetto. Dobbiamo mobilitarci tutti per far capire al governo che la situazione è ormai insostenibile”, sottolinea Vittoria Brancaccio che annuncia l’impegno dell’Agriturist per l’emanazione di una legge che ponga fine alla dilagante cementificazione del territorio, sulla linea di quanto già si fa in Germania e Gran Bretagna. “Dobbiamo - conclude la presidente - consegnare alle future generazioni un’Italia diversa dall’attuale, non esposta alle continue tragedie della pioggia, non degradata dalla speculazione edilizia, pronta a competere nello scenario turistico del 2030 che conterà 1,8 miliardi di viaggiatori”.
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