“È una sfida anche questa, ma noi del Mangiarozzo siamo abituati alle sfide. Quando tutti parlavano della cucina (avan)spettacolo, noi abbiamo difeso quella di tradizione. Quando tutti magnificavano gli chef-star, noi siamo tornati a dare giusto protagonismo alle cuoche d’Italia e ora che tutti si sono accorti della cucina da trattoria, noi rivendichiamo il nostro primato: siamo i soli a fare un libro anti-crisi. Come? Tagliando di quasi il 40% il prezzo di copertina”. È così, nello stile tagliente che da sempre lo contraddistingue, che Carlo Cambi presenta l’edizione n. 9 de “Il Magiarozzo”, in una veste ancora più ricca di contenuti, con 1.300 indirizzi di tavole del Belpaese dove si mangia bene, secondo territorio e tradizione e dove si spendono, in media, meno di 45 euro per un pasto completo.
“Ci è sembrato giusto fare un investimento in consapevolezza. Potevamo fare in tempi di acutissima crisi un libro che si prefigge di difendere la tradizione gastronomica e la fatica dei ristoratori senza fare anche noi un sacrificio? No. Ma io - continua Cambi, che quest’anno affiancherà come maestro del gusto Antonella Clerici a “La Prova del Cuoco” su “Rai 1” - non ho inteso il taglio del prezzo del libro che ora è di 12,90 euro come un impoverimento. Anzi, quest’anno, io, Petra Carsetti, che di fatto è la coautrice de “Il Mangiarozzo”, Giulia Canuto che è la nostra più fidata collaboratrice, abbiamo messo ancora più impegno nel redigere le schede, verificare le tavole, rinnovare il libro che è per il 40 % degli indirizzi del tutto inedito. Considero il taglio di prezzo un investimento a difesa della nostra migliore tradizione gastronomica e un investimento per la difesa della cultura del buon mangiare e della cultura attraverso i libri”.
E contro la crisi, “Il Mangiarozzo” offre un altro vantaggio: oltre metà delle trattorie ha infatti accettato di fare uno sconto o un omaggio a chi si presenta in compagnia dell’edizione 2014: “un modo per battere la crisi - commenta Carlo Cambi - e per costruire quel circuito virtuoso tra chi agisce e chi fruisce della cucina indispensabile a salvaguardare il nostro patrimonio gastronomico”. E poi, come sempre, ci sono i dieci ristoranti del cuore: “Laboratorio del Gusto” a Firenze, “Osteria Scottadito Tagliavento” a Bevagna (Perugia), “Il Salone dei Granai La Magione Papale” a L’Aquila, “Ristorante A Viassa” a Dolceacqua (Imola), “Ristorante La Locanda a Montecchio” (Terni), “La Taverna dei Poeti a Capoliveri” (Isola d’Elba), “Ristorante Arca” ad Alba Adriatica (Teramo), “La Masseria a Montoro Inferiore” (Avellino), “La Locanda di Tommaso” a Castelnuovo Berardenga (Siena), “La Caciosteria due Ponti” a Sambuca Pistoiese (Pistoia).
Fuori, però, da ogni logica da classifica, ed anzi focalizzando l’attenzione dell’edizione 2014 sui temi legati alla crisi dei consumi, all’impoverimento dell’offerta gastronomica e alla necessità che la cucina sia sempre più in sintonia con la nostra migliore agricoltura. “Sono persuaso - spiega Cambi - che vada fatta un’opera di ri-alfabetizzazione gastronomica. Bisogna spiegare che il consumo alimentare è contemporaneamente un atto politico, agricolo, economico, antropologico-sociale e culturale. Ed è su questi aspetti che abbiamo insistito quest’anno nel raccontare le nostre trattorie e osterie d’Italia”.
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