Qualche bottiglia in meno, magari di maggior pregio, con i vini premium che resistono meglio e quelli di fascia più bassa che soffrono di più; i grandi rossi classici che non tramontano, mentre crescono, però, bianchi e bollicine, Metodo Classico in testa, con una generale predilezione verso la leggerezza e la freschezza. Sono conferme di fenomeni in corso da tempo, in un mercato del vino italiano che “sta attraversando una fase di profonda trasformazione, in cui diminuiscono i consumi in volume, ma cresce il valore complessivo”, quelle che arrivano dall’analisi sui “Trend del Vino” 2025/2026 realizzata da Vinarius - Associazione delle Enoteche Italiane, sulla base dei dati raccolti dalla propria rete di enoteche su tutto il territorio nazionale, 120 locali che mettono insieme un fatturato che sfiora 50 milioni di euro.
“I dati raccolti dalle enoteche Vinarius raccontano un consumatore più consapevole, curioso e selettivo - commenta il presidente Vinarius Giuliano Rossi - che chiede qualità e trasparenza. Le enoteche si confermano osservatori privilegiati e punti di riferimento culturali per intercettare e interpretare l’evoluzione del mercato del vino”.
Al centro dello scenario futuro, spiega Vinarius, si conferma il processo di premiumizzazione: “i consumatori acquistano meno bottiglie, ma scelgono vini di maggiore qualità, fortemente identitari e legati al territorio. Le denominazioni non sono più percepite come semplici sigle, ma come sistemi narrativi che valorizzano storia, zonazioni, vitigni e unicità produttive”.
A livello di tipologie, accanto ai grandi rossi tradizionali, continua a crescere l’interesse per vini bianchi, rosati e spumanti, in particolare Metodo Classico, caratterizzati da freschezza e versatilità gastronomica. “Parallelamente si registra l’ascesa dei vini leggeri e a basso contenuto alcolico, spinta soprattutto dalle nuove generazioni, sempre più attente a moderazione e bevibilità”.
Un altro tema centrale, sottolinea Vinarius, è la “sostenibilità, che entra in una fase di maturità: il mercato premia approcci concreti e misurabili, basati su certificazioni, tracciabilità e packaging sostenibili, mentre perde sempre più efficacia il semplice green washing”.
Ancora, dal punto di vista dei canali, si rafforza il modello Dtv (Direct to Consumer) integrato con l’enoturismo: vendite dirette, esperienze in cantina, wine club e contenuti digitali diventano strumenti fondamentali per costruire relazioni durature con il consumatore finale.
Con il mercato italiano che appare sempre più polarizzato: i vini premium dimostrano una buona tenuta, mentre le fasce base sono chiamate a rinnovare linguaggi, posizionamento e comunicazione.
“L’analisi Vinarius sui “Trend del Vino” 2025/2026 - conclude Rossi - restituisce l’immagine di un settore in evoluzione, chiamato a ripensare modelli produttivi, commerciali e comunicativi. In questo contesto si inserisce anche il recente riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco, un traguardo di straordinaria rilevanza che premia la cultura, la storicità e il valore identitario del nostro Paese. Un riconoscimento che rafforza il legame profondo tra vino, gastronomia e territorio, confermando il ruolo centrale del vino italiano come parte integrante di un patrimonio culturale condiviso e riconosciuto a livello internazionale”.
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