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MIGLIORARE ANCORA IL RAPPORTO GIOVANI-VINO

I dati
L’avvicinamento dei ragazzi al vino avviene più o meno intorno ai vent’anni. La birra rappresenta il 60% del totale di tutte le bevande alcoliche bevute dai giovani d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, mentre il vino si assesta a un 47%. Tra i 25 e i 34 anni invece si assiste a una totale parità di preferenze tra vino e birra (entrambi al 70%). Tra i 35 e i 44 anni infine il vino raggiunge il primo posto con il 78% mentre la birra scende al 54%. Più o meno le stesse cifre si ritrovano nella fascia d’età compresa tra i 45 e i 54 anni. Questi dati sono molto significativi, perché indicano chiaramente che la preferenza per la birra decresce con l’aumentare dell’età, mentre quella per il vino tende ad assestarsi.

Vino, il costo non è un problema!
Si dice che i giovani preferiscono la birra al vino per questione di prezzo, ma in realtà non è questo il problema. In Italia, il 60% del consumo globale di vino è rappresentato proprio da persone tra i 25 e i 44 anni, ossia la fascia più attiva della popolazione. I giovani di oggi hanno molti più soldi in tasca di quanto ne avessero le generazioni immediatamente precedenti, e se in pizzeria spendono 15.000 lire per due birre possono spendere la stessa cifra per una bottiglia di vino. Il problema allora sta nel capire come mai i giovani preferiscono investire in birra anziché in vino.

In Italia vino troppo "noioso"
Nel nostro Paese abbiamo voluto racchiudere il vino in una sorta di fortilizio fatto di cultura, di religione, di tradizioni e di parole vane. Un giovane non può essere conquistato né dalle poesie sul vino né tanto meno dalle dissertazioni, a volte per la verità un po’ vaneggianti, sugli infiniti retrogusti. A fronte di una birra che quotidianamente negli spot televisivi ci offre il conforto di splendide donne e di superbi uomini dai corpi scolpiti, l’immagine pubblica del vino in Italia è affidata a testimonial poco accattivanti. E’ vero che le multinazionali della birra hanno tali capitali a disposizione da potersi permettere i migliori pubblicitari del mondo, ma è altrettanto vero che qualcosa di meglio e di più può essere fatto anche per il vino.

Un nuovo modo di comunicare il vino
Il vino va ringiovanito, ed a questo processo devono partecipare tutti i componenti della filiera, da chi lo produce, a chi lo vende, a chi lo comunica. Se è vero che in Italia il vino per fortuna viene ancora associato alla socialità e all’amicizia, rendiamolo simpatico e facile, e cerchiamo di rendere piacevoli anche tutti quei cambiamenti di profumi e di sapori che non solo si ritrovano da un vino a un altro, ma anche da un’annata all’altra dello stesso vino. Senza togliere tutto il bagaglio di cultura del vino, cerchiamo comunque di comunicarlo in modo più semplice, simpatico, accattivamente, curioso.

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