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EVENTO

Mondiali in Qatar al via senza birra. L’Italia se li “gode” sul divano con un buon bicchiere di vino

L’edizione più discussa della storia dei Mondiali di Calcio di scena nel piccolo, ricchissimo e illiberale emirato della penisola arabica
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I Mondiali del Qatar

Difficile trovare un’edizione dei Mondiali di calcio più discussa di quella che, intervenendo a gamba tesa a metà della stagione europea, porterà in Qatar, piccolo (e ricchissimo) emirato della penisola arabica che conta poco più di due milioni di abitanti, Messi e Cristiano Ronaldo per la loro last dance, insieme a decine di altre stelle planetarie del pallone. Non ci sarà, come noto, l’Italia. Un dolore sportivo da lenire con un abbondante dose di calcio in tv, rigorosamente dal divano, singolarmente davanti al caminetto, nella prima edizione del Mondiale disputata alle porte dell’inverno. Che in Qatar vuol dire comunque temperature ben superiori ai 30 gradi. Calura che i tifosi giunti da ogni angolo del globo non potranno neanche combattere con una bella pinta di birra gelata, pairing sacro nella liturgia del pallone ad ogni latitudine.
Ma non in Qatar, monarchia illiberale cui la Fifa, tra lo stupore di molti e lo scetticismo di moltissimi, nel 2010 ha assegnato l’organizzazione del Mondiale. In 12 anni, intorno a Doha sono sorti come funghi alberghi e stadi futuristici (con un sacrificio umano di quasi 7.000 lavoratori, arrivati tutti dai Paesi più poveri dell’Asia, morti durante i lavori, ndr), e adesso su chi ha deciso comunque di assistere l’evento anche la doccia (quella sì) gelata, di una proibizione tenuta in forse fino all’ultimo momento, ma che secondo il britannico “The Times” è cosa fatta: niente birra allo stadio, né nelle aree attigue.
Ed allora, lontani dalle polemiche e dalle restrizioni di uno dei Paesi più illiberali al mondo viene quasi da pensare che, in fondo, è andata bene così: i Mondiali del Qatar li seguiremo con il dovuto distacco, stappando, senza la paura di incorrere in multe o arresti, una buona bottiglia di vino rosso
, perché qui l’autunno, con i suoi colori magici, avanza.

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