Nasce in Toscana la “Banca della terra”, per favorire il ricambio generazionale in agricoltura e impedire l’abbandono dei terreni. L’iniziativa, promossa da Legacoop agroalimentare Toscana, parte da una semplice quanto dura constatazione: secondo uno studio, il 34% degli agricoltori toscani soci di cooperative (pari al 25% della superficie coltivata) ha più di 70 anni, e si calcola che entro il 2020 circa 200 mila ettari di terreni coltivati potrebbero andare perduti.
Due le linee di azione avanzate col progetto “Banca della terra”: la prima riguarda la creazione di cooperative di giovani periti agrari e agrotecnici laureati per le filiere dell’olio, del vino, dei cereali, del florovivaismo, della zootecnia, con terreni messi a disposizione dagli enti locali; la seconda prevede la coltivazione di terreni abbandonati da parte delle cooperative di conferimento in forma diretta, con la costruzione di una coop ad hoc, o coordinando eventuali iniziative di affitto o usufrutto del terreno tra i soci.
“L’obiettivo che ci siamo dati - ha detto Roberto Negrini, presidente di Legacoop agroalimentare - è evitare l’abbandono dei campi, e mantenere le strutture produttive toscane con la qualità delle loro produzioni famose nel mondo”.
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