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NATALE 2007 - TAVOLE PIU’ FRUGALI MA SI SPENDE PIU’ DEL 2006: COSI’ LA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI. CONSUMI -2,5%, MA LA SPESA E’ A +7% PER CARO-PREZZI ... L’ACCADEMIA DELLA CUCINA ITALIANA: “LARGO A TRADIZIONE E FANTASIA, NO A SPRECHI”

Italia
Consigli per la tavola di Natale

Nonostante i consumi in calo (-2,5%) per le cene delle feste natalizie gli italiani si troveranno a spendere più del Natale scorso (+7%). Responsabili aumenti record di frutta e verdura (+20%), pane (+10%), pasta (+8%), vini e spumanti (+10%) e formaggi (+12%). Lo ha calcolato la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori incrociando dati Istat e un suo monitoraggio realizzato sul territorio nazionale.

Nonostante l’austerità, per festeggiare le prossime feste gli italiani spenderanno attorno ai 6 miliardi di euro. Useranno la lesina con i soliti caviale, salmone, ostriche (-20-25%), frutta esotica (-20%) e champagne e punteranno su più abbordabili prodotti della tradizione.

A mantenere le posizioni sulle tavole saranno carni, pesce, insaccati, vino e spumanti. Per questi ultimi si prevede una vendita di oltre 80 milioni di bottiglie (+2%), con Asti e Prosecco in testa. Su 100 bottiglie vendute, più del 90% saranno di produzione nazionale. Il resto sarà in prevalenza champagne. Per carni e insaccati, si aspetta una flessione dei consumi dell’1,5-2%, e la scelta cadrà su polli, tacchini, cotechini e zamponi. Per carne bovina e di maiale s’annunciano, rispettivamente cali, dello 0,8% e del 2,5%. In calo anche gli acquisti dei formaggi (-0,5%).

Tonfo deciso per pane e pasta con cali del 6 e del 6,5%; snobbati anche i tradizionali panettoni, torroni e pandori (flessione dal 3 al 5%); sullo stesso trend, frutta e verdura con calo di acquisti del 4,5%;tessa storia per noci, nocciole e mandorle (-2,5%) lenticchie e fagioli (-1,5%).

Sempre secondo Cia, pare che gli italiani si rifaranno con i vini, nonostante un aumento dei prezzi dell’8-10%: si dovrebbero stappare oltre 148 milioni di bottiglie, il 94% di produzione italiana, con una crescita del 1,8% sul 2006.


Ecco quanto si spende per imbandire le tavole delle feste

Frutta fresca e secca, ortaggi, legumi e patate - 970 milioni

Vino e spumante - 1.050 milioni

Olio d’oliva e altri condimenti - 230 milioni

Formaggi, insaccati, salumi, uova - 1.190 milioni

Carni e pesce - 1.320 milioni

Pane, pasta, riso - 510 milioni

Dolci - 590 milioni

Varie - 120 milioni

Totale - 5.980 milioni


Il consiglio - natale: piatti della tradizione per un menu low cost

“Largo alla tradizione e alla fantasia culinaria e bando agli sprechi”. Sono i due consigli offerti dell’Accademia Italiana della Cucina (Aic) per santificare il periodo natalizio, con gustosi menù rigorosamente low-cost.

Nonostante gli annunciati aumenti delle materie prime a tavola, sembra infatti possibile preparare un’ottima cena della Vigilia con un budget di 10-12 euro a persona ed un cenone di Capodanno con non più di 17 euro.

Non occorre la bacchetta magica, basta tenere a mente qualche piccolo accorgimento: “il primo consiglio - ha spiegato Giuseppe dell’Osso, presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - consiste nell’attingere all’enorme bacino di ricette della tradizione, evitando in particolare tutto ciò che è moda e standardizzazione”.

La seconda regola d’oro è evitare categoricamente gli sprechi: “va bene mangiare all’insegna dell’abbondanza e del piacere di stare in tavola, ma in media su quello che si cucina sotto le feste ben il 20% finisce nella spazzatura”.

Tra le pietanze più sprecate, al primo posto gli antipasti (30%), seguiti dai dolci (23%), dai contorni (22%), dal pesce (18%) e da alcuni secondi di carne (17%). Fanalino di coda, a quota 10%, i primi.

Ed ecco allora alcune idee per far si che il Natale non si trasformi in un incubo per il portafoglio: spaghetti con molliche di pane ed acciughe, pasta e ceci, stoccafisso con patate, insalata di rinforzo e ovviamente frutta, dolci, vino e spumante, rigorosamente italiani. “Si tratta di una cucina povera, dove regna soprattutto il pesce azzurro. L’Italia dispone di ben 266 specie ittiche, ma il consumo si concentra per l’80-90% su una ventina di pesci, che ovviamente lievitano nei prezzi e impoveriscono la nostra tradizione”.

Per il Capodanno, invece, accanto a caposaldi della tradizione come l’anguilla marinata, i tortellini in brodo, il cappone, il cotechino con le lenticchie e gli immancabili pandoro e panettone, l’Accademia della Cucina Italiana (www.accedemiaitalianacucina.it) consiglia dei raffinati crostini di fegatini e soprattutto un’insolita lasagna vegetale, per “recuperare la sana cucina dell’orto”.

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