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DATI

Nei primi 7 mesi 2021 le spedizioni di vino italiano sfiorano i 4 miliardi di euro

Dati Istat, analizzati da WineNews: export al +14,5% sul 2020, gli Usa superano il miliardo, la Gran Bretagna ricuce il gap
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Le spedizioni di vino italiano nel mondo

Il costo dell’energia, quello delle materie prime, i milioni di container (sempre più cari) fermi nei porti di tutto il mondo, le tensioni politiche tra Usa e Cina, gli effetti reali della Brexit, con la catena di approvvigionamento in Gran Bretagna che rischia il collasso. Sono tante le incognite con cui il commercio globale, anche di vino, dovrà fare i conti nei prossimi mesi, e che inducono gli analisti economici e finanziari a frettolose revisioni al ribasso della ripresa. Intanto, però, gli ultimi dati Istat, relativi ai primi 7 mesi 2021, analizzati da WineNews, restituiscono sul fronte dell’export enoico una vera e propria ventata di ottimismo. Il recupero è solido, e segna una crescita sullo stesso periodo del 2020 del +14,5%, a sfiorare i 4 miliardi di euro a valore: 3,98 miliardi di euro, per la precisione. Meglio anche dei primi 7 mesi del 2019, quando le spedizioni di vino italiano all’estero si assestarono a 3,6 miliardi di euro (+10,7%).

La seconda buona notizia arriva invece dalla Gran Bretagna, che ha finalmente ricucito il gap con il 2020, tornando in linea con i dati di un anno fa, ma ancora al -9,1% sui primi 7 mesi 2019. Per il resto, tutte le dinamiche che abbiamo analizzato da inizio anno trovano conferma, dall’Asia, dove solo il Giappone ha ancora qualcosa da recuperare sul 2019 (anno record per il vino italiano nel mondo, e ultimo prima della tempesta Covid-19), mentre Cina ed Hong Kong mostrano finalmente una certa stabilità, e la Corea del Sud pare essersi definitivamente affrancata come meta da cui non poter più prescindere. Il grosso, ovviamente, è rappresentato dal Nord America e dall’Europa, dove gli storici mercati di riferimento, dagli Stati Uniti al Canada, dalla Germania alla vicina Svizzera, non arrestano una corsa che è un balsamo per le cantine del Belpaese, che, dal 17 al 19 ottobre, tornano, in presenza, a Vinitaly, per una “Special Edition” che guarderà sia al mercato interno che a quello dell’export, dove l’agroalimentare nel suo complesso, con una crescita nei primi 7 mesi 2021 del +12,1% sullo stesso periodo del 2020, punta deciso al record dei 50 miliardi di euro.

Andando ad analizzare i dati dei singoli mercati, partiamo idealmente dai Paesi geograficamente più vicini, e quindi la Svizzera, che segna una crescita del +13,1% nei primi sette mesi del 2021, a quota 231,9 milioni di euro di vino italiano importato. Restando sulle Alpi, l’Austria fa, invece, il +7,2%, a 62,7 milioni di euro, mentre al di là della catena alpina, in Francia, le spedizioni di vino italiano mettono a segno un importante +17%, migliorando il trend del mese scorso, a 122 milioni di euro. Meno sostenuta la crescita della Germania (+5,3%), che veleggia però su valori assoluti mai visti prima: 642,8 milioni di euro di vino importato nei primi sette mesi dell’anno. Come anticipato, torna a far sorridere anche la Gran Bretagna, che torna agli stessi identici livelli di un anno fa, a 369,7 milioni di euro, che ne fanno la terza meta della produzione enoica italiana. Dai Paesi Scandinavi, che hanno vissuto una dinamica tutta loro in questi ultimi due anni, continuando a crescere anche durante i mesi del lockdown, arriva l’unica nota stonata, con la Norvegia che lascia sul terreno il 2,1%, chiudendo a 64,9 milioni di euro. Meglio la Svezia, dove la sinergia tra Systembolaget e aziende del vino è sempre più fruttuosa: +6,3%, a 120 milioni di euro.

Continua a correre la Russia, che, nei primi 7 mesi 2021, ha messo a segno un poderoso +39,5%, a quota 69,7 milioni di euro. Tanto, ma quasi nulla in confronto agli Stati Uniti, che consolidano, casomai ce ne fosse bisogno, la propria leadership come prima meta del vino italiano, con poco più di un miliardo di euro ed una crescita del +18,8%. Il Canada, invece, dopo il +10,6% dei primi 7 mesi 2021, arriva a 209,4 milioni di euro. Il viaggio del vino italiano finisce, come sempre, in Asia, partendo dalla Cina, dove l’export ha fatto segnare una crescita del +67,5%, a quota 75,5 milioni di euro. Ancora più impressionante la crescita della Corea del Sud: +138,7%, a 51,2 milioni di euro. Mentre Hong Kong, porta privilegiata di tanti fine wine, mette a segno il +30,9%, a 17 milioni di euro, con il Giappone ancora di gran lunga primo mercato asiatico, con 93,2 milioni di euro di vino italiano importato nei primi 7 mesi 2021 (+2,5%).

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