Nel mondo delle immagini, in cui si comunica attraverso foto ed hashtag sui diversi social media, anche il vino si adegua e, per attirare il target dei giovani wine lovers, la generazione dei “Millenials”, in California c’è chi in etichetta non scrive neanche una parola. “Uproot Wines” (www.drinkuproot.com), in Napa Valley, ha puntato esclusivamente sui colori, con una “flavor palette”: un’etichetta, cioè, capace di raccontare le specifiche dei diversi vini solo attraverso i colori. La “palette” del Cabernet 2011, il più caro in commercio, ha 5 colori diversi, con una preponderanza netta per i due che rappresentano, visivamente e, indirettamente, gustativamente, il lampone e la mora. E così via, dal Grenache al Rosé, dal Sauvignon Blanc, dominato dalle diverse tonalità di verde e giallo, al Grenache Blanc, fino alla Grey Edition Sauvignon Blanc. “Un nuovo modo di pensare il vino, con un nuovo approccio, totalmente rivolto ai millenials”, come spiega a “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) il winemaker di “Uproot Wines”, Greg Scheinfeld.
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