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NEL NORD ITALIA (LOMBARDIA, VENETO, PIEMONTE, EMILIA ROMAGNA) TANTI PROGETTI DI FUSIONE FRA CANTINE SOCIALI

Partendo dalla Lombardia cresce la febbre da fusioni fra cantine sociali: sono ben quattro le cantine dell’Oltrepò Pavese, che hanno deciso di aggregarsi, con l’obbiettivo di creare poli vitivinicoli sempre più grandi e strutturati, in grado di operare economie di scala più adatte per affrontare le sfide del mercato mondializzato. Casteggio si unirà a Broni e Torrevilla con Canneto. La prima fusione dovrebbe essere a breve ufficializzata e genererà il più grande polo di produzione per il vino sfuso lombardo. Con i 570 soci-produttori di Broni e i 350 di Casteggio, la nuova realtà produttiva potrà contare su una produzione totale di 300-320 quintali di uva (220.000 di Broni il resto di Casteggio) per 250.000 ettolitri di vino.

Solo in una fase appena più acerba la fusione fra le cantine Torrevilla e Canneto Pavese: sono 321 e coltivano 650 ettari di vigneto gli associati di Torrevilla (a sua volta nata da una precedente fusione fra le cantine di Torrazza e quella di Codevilla) per 38.000 ettolitri di produzione complessiva. La cantina di Canneto, invece, è una realtà produttiva che conta 250 soci produttori, 23-30.000 quintali di uva prodotta per 18-20.000 ettolitri di vino.

In fibrillazione anche il mondo delle cantine cooperative dell’Emilia Romagna: le Cantine Riunite e Civ&Civ stanno avvicinandosi alla costituzione di una nuova realtà produttiva per un giro d’affari di 150 milioni di euro. Le Cantine Riunite raggruppano 1.200 soci e dispongono di 5 cantine e 2 centri di imbottigliamento con una capacità di lavorazione di 400.000 quintali d'uva, per 70 milioni di bottiglie prodotte annualmente. Civ&Civ, il consorzio interprovinciale vini (diventato nel 1971 cooperativa) riunisce 1.700 soci produttori e dispone di 4 cantine ed un centro di imbottigliamento a Modena, dove si trova la sede della cantina.

In via di perfezionamento anche vari accordi fra cantine sociali in Piemonte: quasi perfezionata la fusione fra le cantine di Riccaldone (Alessandria) e Mombaruzzo (Asti), che contano rispettivamente 240 e 190 soci e gestiscono complessivamente 1.200 ettari di vigneto; un progetto che dovrebbe raggiungere una capacità produttiva di 94.000 ettolitri e un fatturato intorno ai 10 milioni di euro. Già avvenuta, invece, la fusione fra la cantina Govone (Cuneo) e quella di Portacomaro (Asti), che ha generato una realtà produttiva da 3,5 milioni di euro di fatturato. La cantina sociale di Govone conta su 134 soci e una superficie a vigneto di 382 ettari, per 14.000 ettolitri di produzione complessiva. Quella di Portacomaro conta su 57 soci e 22 ettari di vigneto per una produzione di 1.700 ettolitri. In atto un processo di avvicinamento anche fra le cantine di Cittadella Carogli di Altavilla Monferrato e quella di Vignale (ambedue in provincia di Alessandria). Dalla possibile fusione una realtà cooperativa con 212 soci e una produzione di quasi 14.000 ettolitri. Stessa situazione in provincia di Asti, con la possibile aggregazione fra la cantina di Agliano Barbare Sei Castelli e Montaldo Scarampi.

La cantina cooperativa di Colognola cresce ancora grazie alla fusione, per incorporazione, con la Cantina di Merlara, importante realtà cooperativa padovana: quest’acquisizione fa seguito ad altre simili avvenute recentemente sull’onda di un fatturato in deciso aumento. La cantina vede così aumentare la propria base sociale di ben 300 soci e di 360 ettari di vigneto, distribuiti equamente tra veronese e padovano. La Cantina di Merlara arricchisce la cooperativa di Colognola di una produzione di 45.000 quintali di uve all’anno, con una produzione composta principalmente da Merlot, Marzemino, Raboso, Malvasia, Pinot Grigio e Prosecco, per un valore di fatturato annuo attorno ai 3 milioni di euro. Grazie alla fusione, il patrimonio della Cantina di Colognola sale ad oltre 10milioni di euro; un deciso rafforzamento, dunque, sui mercati per la Cantina di Merlara composta ora da oltre 1.100 soci, 2600 ettari di vigneto, una produzione annuale di 500.000 quintali di uva e che ha chiuso l’ultimo bilancio con un fatturato in crescita del 17% sull’esercizio precedente.

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