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Nessun italiano tra i “Wine Enthusiast’s Wine Star Award 2014”, i riconoscimenti del magazine Usa, che premiano i protagonisti del wine & food. Protagoniste le cantine Usa e l’attenzione e il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità

“Lifetime Achievement Award” a Anthony J. Terlato, produttore a stelle e strisce visionario, creativo ed innovativo, che ha dedicato mezzo secolo della propria vita al vino, prima importando etichette italiane in Usa, quindi contribuendo a rendere la California un punto di riferimento per il vino mondiale. È questo il premio più importante dei “Wine Enthusiast’s Wine Star Award 2014” (www.winemag.com), i riconoscimenti della redazione di “Wine Enthusiast” (che verranno consegnati il 26 gennaio, nella “Wine Star Awards Dinner” di scena a New York), tra i magazine Usa più influenti nel mondo del vino, che, dal 2000, premia le personalità che si sono distinte nel corso dell’anno per le proprie visioni, per le proprie idee e per la propria capacità di innovare nel panorama dei wine & spirits. E se nel 2013 fu premiato Gianni Zonin, proprio con il “Lifetime Achievement Award” (che, nel 2008, andò, invece, a Piero Antinori), quest’anno tra i vincitori non c’è neanche un italiano, nonostante le numerose nomination: Antonio Capaldo di Feudi di San Gregorio nella categoria “Innovator/Executive”; Bellavista, cantina simbolo della Franciacorta, nella categoria “European Winery”, Donato Lanati tra i “winemaker” d’Italia, il Chianti Classico nella categoria “Wine Region” e la Campari nella categoria degli “Spirit Brand/Distiller of the Year”.
Come “Wine Region of the Year” si è invece affermata New York State, dove l’economia legata al vino vale qualcosa come 4,8 miliardi di dollari, con 353 cantine di casa sulle sponde del fiume Hudson. “Innovator/Executive of the Year” è invece Robert D. Torres, di Trinchero Family Estates, grazie a lui azienda leader nelle pratiche ecologicamente responsabili e sostenibili, anche nella gestione dei rifiuti, nelle colture biodinamiche e nei ridotti consumi di acqua, che ha portato premi e riconoscimenti da ogni istituzione della Napa County. “Person of the Year” è Charles Merinoff, che a capo di Charmer Sunbelt Group ha portato wine & spirits in 15 Paesi diversi, mentre come membro del Wine & Spirits Wholesalers of America ha portato enormi benefici ai 6.000 gorssisti d’America. L’”American Winery of the Year” è la Jordan Winery, a Sonoma, in California, una tenuta costruita nel 1974 su 1.300 ettari, sul mercato vinicolo dall’annata 1980, ed oggi esempio di integrazione e rispetto per l’ambiente. La “European Winery of the Year” è la francese Château d’Esclans - Domaines Sacha Lichine - Whispering Angel, in Provenza, per la sua capacità di rivoluzionare il mondo dei rosati.
“New World Winery of the Year” è la Craggy Range, in Nuova Zelanda, esempio di come il terroir di un Paese emergente possa rivelarsi al mondo con i suoi Pinot Nero. Come “Winemaker of the Year” si è affermato l’ex rock star Charles Smith, con le sue etichette prodotte nello Stato di Washington, capace di passare in 15 anni da poco più di 4.000 bottiglie al milione di oggi. “Importer of the Year” è Opici Wines, che festeggia 100 anni di attività, nei quali è arrivato a distribuire negli Usa i vini di 50 produttori di tutto il mondo, per un totale di 840.000 bottiglie l’anno. “Retailer of the Year” è Total Wine & More, presente in 15 Stati con 100 superstore capaci di offrire 8.000 diverse etichette di vino, 3.000 di superalcolici e 2.500 di birra. Il “Sommelier of the Year” è invece Bobby Stuckey, proprietario del “Boulder’s Frasca Food & Wine”, tra I locali più premiati dai wine lovers Usa degli ultimi anni. Lo “Spirit Brand/Distiller of the Year” va alla Tito’s Handmade Vodka, prodotta ad Austin, in Texas. La “Mixologist/Brand Ambassador of the Year” è Julie Reiner, che dai migliori bar di New York è passata a creare drink originali per ristoranti, resort, e società di spirit. Infine, il “Brewery of the Year”, la novità dell’edizione 2014 dei “Wine Enthusiast’s Wine Star Award Winners 2014”, Samuel Adams, protagonista della rivoluzione delle birra artigianale sin dal 1985.

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