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Non c’è pace per la Mozzarella di Bufala Campana Dop: 13 arresti nel Casertano per adulterazione e altri reati contestati, con possibili rischi per la salute, secondo la Procura. Al centro dell’inchiesta, il Caseificio Cantile di Spanise

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Mozzarella italiana

Non c’è pace per la Mozzarella di Bufala Campana Dop. Dopo il caos generato dall’affair “Terra dei fuochi” nei mesi passati, l’immagine di uno dei prodotti tipici italiani più famosi viene colpita da un nuovo scandalo: violazioni del disciplinare di produzione (con latte vaccino mescolato a quello di bufala, altro latte acquistato all’estero) e sul versante dei controlli igienico-sanitari, sono solo alcune delle irregolarità contestate al Caseificio Cantile di Sparanise (Caserta), produttore di Mozzarella di Bufala Campana Dop, nell’operazione che ha portato 13 persone agli arresti domiciliari, oltre che al sequestro dell’azienda e dei suoi sei punti vendita, con il coinvolgimento, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, anche alcuni veterinari della Asl preposti ai controlli. E questa volta, a differenza di tanti allarmi poi risolti in “semplici” frodi commerciali e fiscali, ci sarebbero anche potenziali rischi per la salute, secondo la Procura.

“Il latte utilizzato per la Mozzarella Dop dal caseficio Cantile non veniva sottoposto al previsto autocontrollo sanitario. Controlli a campione sul latte giacente nei silos hanno rilevato una carica batterica anche più di 2.000 volte superiore a quella consentita, tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica”, si legge in una nota del Procuratore Aggiunto di S.Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso.

Il Caseificio Cantile, pur essendo tenuto in base al disciplinare di produzione Dop ad utilizzare solo latte di bufala e di provenienza certa, secondo gli esiti delle indagini, impiegava abitualmente anche latte vaccino, ed acquistava anche all’estero (Polonia, Ungheria e Francia) partite di latte e di cagliata, di cui veniva celata la provenienza alterando i documenti di trasporto, al fine di contenere i costi.

I pm hanno ravvisato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c’erano l’imprenditore Guido Cantile, 58 anni, ed i suoi figli Pasquale e Luigiantonio.

Fondamentale era, per l’accusa, la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli. I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura.


Focus - Coldiretti: “da adulterazione danni a 1.500 allevatori. La mancata separazione delle filiere favorisce le truffe”

“Le violazioni del disciplinare di produzione con l’importazione di latte dall’estero da mescolare a quello del territorio di produzione danneggiano gravemente i 1.500 allevamenti impegnati a produrre latte di bufala nel rispetto delle regole della “Mozzarella di Bufala Campana Dop”, ma colpiscono duramente anche l’immagine di un prodotto che sviluppa un fatturato di oltre 435 milioni di euro, dei quali 71 milioni realizzati grazie alle esportazioni in tutto il mondo”. Così Coldiretti, nell’esprimere apprezzamento per l’operazione dei carabinieri di Caserta coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato alla notifica di 13 misure cautelari a carico degli imprenditori titolari dell’azienda, biologi, veterinari e tecnici di laboratorio.

Di fronte a questo grave episodio di adulterazione la Coldiretti segnala “la grave responsabilità per non aver ancora provveduto alla realizzazione della misura di separazione della filiera di produzione della mozzarella registrata come denominazione di origine prevista a partire da una disposizione del 2008 e via via oggetto di rinvio. Fino a quando non sarà adottata la separazione in riferimento alle linee di produzione della mozzarella Dop rispetto alla detenzione di altre materie prime o ingredienti diversi dal latte di bufala restano difficili, infatti, tutte le forme di controllo rispetto all’impiego di cagliate di diversa provenienza”.

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