Non è solo il primo atto notarile della storia del vino, la “Tabula Cortonensis”, reperto che risale al II secolo a. C., è anche uno dei documenti più importanti della storia etrusca, la terza iscrizione più lunga arrivata sino a noi, in cui si legge la storia di Petru Scevas, che cede dei terreni pregiati a vigna ai Cusu, figli di Laris. Oltre alle dettagliate misure del terreno e delle viti, la tavola ricorda l’importanza del vino, non prodotto di sostentamento, ma già all’epoca uno status che ogni famiglia ricca doveva avere.
Sarà proprio la Tabula Cortonensis il primo documento ad aprire la mostra “Arte e Vino”, di scena, dal 12 aprile al 15 agosto, al Palazzo della Gran Guardia a Verona (www.mostralouvreverona.com), organizzata in concomitanza con l’Expo, che vedrà ripercorrere attraverso l’arte tutta la storia del vino, che parte proprio da Cortona. Il Maec - Museo dell’Accademia etrusca e della città di Cortona (www.cortonamaec.org), ha infatti predisposto per questa esposizione altre opere oltre alla Tabula, tra cui una Oinochoe e una calice in bucchero del VI sec. a.C., oltre al Miracolo di San Benedetto, un olio su tela di Baccio Ciarpi 1610 d.C..
“Un’occasione importante per tutti i produttori di vino a Cortona - commenta il presidente del Consorzio Vini Cortona, Marco Giannoni - che oltre a mettere in evidenza l’importanza e la storicità di questo prodotto nel nostro territorio, ci permette di essere presenti in un grande evento che è collegato a Expo e che vuole raccontare il vino passando per l’arte, concetto che da sempre noi sposiamo”. Dalla figura di Bacco, Dio dell’ebbrezza e della follia, agli episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, dai piaceri dei sensi alle rappresentazioni dei mesi e delle stagioni attraverso il lavoro in vigna, sono numerosissimi e antichissimi i legami tra il vino e la cultura italiana, tra cui uno dei simboli scelti dal Consorzio Vini Cortona, Selvans, divinità etrusca custodita al Maec.
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