Nei Paesi produttori si beve sempre meno vino, eppure il settore enoico è in netta ripresa sul 2010: merito dell’export che, come in Italia, fa da traino anche all’economia di altri importanti territori del vino nel mondo. Lo Champagne è tornato ai livelli pre-crisi, quelli del 2007, con 192 milioni di bottiglie che hanno preso la via dell’estero nei primi 9 mesi 2011, in netta ripresa sul biennio nero 2008-2009. Dall’altra parte del mondo, anche la performance dei vini della California è da record: export a +23% sul 2010, aiutato dal dollaro debole, per un giro d’affari di 1,14 miliardi di dollari.
A crescere, nello Champagne, sono soprattutto i rosé, vera tendenza degli ultimi anni, cresciuti nel 2011 dell’8,9% a quota 26 milioni di casse. I vini californiani, invece, hanno potuto godere di un cambio positivo, che ha visto crollare, sui mercati esteri, il prezzo delle bottiglie: quelle che fino a qualche mese fa venivano vendute a 10 dollari, oggi ne costano 7-8. Situazione che ha avvantaggiato non poco i vini californiani sul mercato cinese, che oggi assorbe il 5% dell’export totale, con una crescita del 35% sul 2011, come riporta uno studio del Wine Institute. Ma c’è di più: la Cina sta diventato importante anche grazie a due fattori di origine socio-economica, in primis il veloce allargamento della classa media, quindi la grande affinità tra quelle che sono le caratteristiche dei vini californiani e la speziatissima cucina cinese.
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