02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

Non solo quantità, la Cina del vino guarda alla qualità: nell’edizione 2015 in cinese della guida Bettane & Desseauve anche 31 vini del Dragone, 24 rossi, 6 bianchi ed uno spumante, che hanno raggiunto almeno 13 punti su 20 nella scala dei critici

Forte di numeri che raccontano una crescita costante, sia in termini di consumi che di produzione, la Cina del vino, adesso, ha assoluto bisogno di migliorare l’aspetto qualitativo. C’è bisogno, innanzitutto, di fare ordine tra le diverse Regioni emergenti, e classificare le bottiglie migliori. Un lavoro difficile, affidato a Michel Bettane e Thierry Desseauve, la coppia più famosa nel mondo della critica enoica che, oltre alla versione francese della loro guida, curano dal 2014 anche la versione in cinese, che per la prima volta, nell’edizione 2015, ospiterà tra le proprie pagine i migliori vini cinesi. E i risultati sono sorprendenti: Bettane & Desseauve, insieme a 12 assaggiatori cinesi e francesi, hanno testato 173 vini, selezionandone 31 per le nuova edizione della guida, di cui 24 rossi, 6 bianchi ed uno spumante, capaci di raggiungere almeno 13 punti su 20 nella scala dei critici. “Dei vini che abbiamo assaggiato - spiega Bettane a “Wine Searcher” (www.wine-searcher.com) - il 15-20% si è rivelato molto buono, una percentuale molto vicina agli standard che troviamo in Francia o negli altri Paesi d’Europa”.
Molti dei vini assaggiati erano o esordienti assoluti, o alla seconda annata, realizzati da produttori stabilitisi nel vigneto cinese solo dopo il 2012, mentre grandi marchi già a affermati, come Great Wall, non hanno neanche partecipato, perché, come racconta Nicolas Carré, sommelier francese in Cina da 14 anni, “con la concorrenza di tutti questi piccoli produttori, non hanno più la garanzia di finire nei primi tre posti”. Dopo aver raggiunto l’apice nel consumo di vino rosso, nel 2014, la Cina adesso attrae anche l’editoria dedicata a Bacco, anche per merito di Bettane & Desseauve che, nel loro primo anno nel Paese del Dragone, sono stati capaci di vendere ben 50.000 copie della propria guida, un numero destinato a crescere con la nuova edizione. Un amore reciproco, perché uno dei magazine più letti di Francia, “La Revue du Vin de France” ha un’edizione in cinese già dal 2011, mentre il “Wine Advocate” di Robert Parker, nel 2012, è stato acquistato da un gruppo di investitori di Singapore.
Certo, al di là della sorpresa, la Cina ha ancora tanto da fare, e lo sanno bene sia Michel Bettane, che parla di un Paese che “ha ancora bisogno di tempo per imparare a produrre uve di qualità, perché in tante zone si è piantato in fretta e senza la giusta conoscenza della materia”, che Thierry Desseauve, che sottolinea come questa sia “la sfida di oggi per l’industria del vino cinese, senza dimenticare che si tratta comunque della zona vinicola più giovane del mondo, che sta crescendo più velocemente di qualsiasi altra”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli