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NUMERI, CIFRE E STRATEGIE DELLE ENOTECHE ITALIANE

Le enoteche tradizionali, da sempre considerate il tempio della migliore enologia, a seguito della forte competizione della gdo-grande distribuzione organizzata (primo canale con metà delle vendite totali, di cui su 100 bottiglie vendute 23 sono doc) e delle vendite dirette delle aziende, hanno dovuto rivedere tutte le loro strategie. Del resto, fatto 100 il totale dei volumi consegnati, supermercati ed iper incidono per il 49%, percentuale che sale al 64% con le perfomances dei piccoli supermercati, discount e cash carry. Le enoteche e bottiglierie sono al 16% ed il 20% è di libero servizio. Luoghi d’acquisto che hanno visto in questi ultimi anni grandi cambiamenti, non ultimo quello del "direct marketing", ovvero la fornitura diretta al consumatore: in Italia questo vuol dire Fratelli Giordano di Diano d’Alba (Cn), 152 miliardi di fatturato, 600.000 clienti, 15 milioni di bottiglie ad un prezzo medio di 10.000 (anno 2000).

La parola d’ordine per le enoteche italiane è dunque "superspecializzazione" e "diversificazione dell'offerta". Insomma, l’enoteca che vendeva solo vino è ormai scomparsa (soltanto a Roma, siamo passati, in 10 anni, da 350 enoteche alle attuali 120). La specializzazione vuol dire in primo luogo allargare l'enoteca al wine bar, ampliare al settore della regalistica aziendale, scegliere come core business "top wines" e liquori italiani e internazionali, allargare il business alla distribuzione vera e propria (con una propria rete che opera in tutta Italia), introdurre - accanto al vino - altre delicatesse e prodotti alimentari di alta gamma qualitativa, realizzare servizi migliori e ad hoc per ogni cliente (forse la migliore arma per vincere la gdo), essere costantemente aggiornati su tutte le novità del settore.

I dati ufficiali sul numero delle enoteche in Italia non esistono (alcune stime parlano di 1.000/1.500). Quelle iscritte a Vinarius, l'organismo associativo del settore, sono 95, con 400 dipendenti, 700/900 referenze in enoteca, 120 miliardi di fatturato, con un valore di magazzino di oltre 50 miliardi, per 40.000 bottiglie per enoteca. La più grande organizzazione di vendita di vini di qualità in Italia è la Giuseppe Meregalli, con 70 miliardi di fatturato.

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