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AGRICOLTURA

Nuovo allarme Xylella in Puglia, colpite altre 136 piante nella Piana degli Ulivi Monumentali

Stagione che si annuncia in salita per la produzione di olio: oltre al batterio preoccupa il calo del quantitativo dovuto al cambiamento climatico
PUGLIA, ULIVI, XYLELLA, Non Solo Vino
Nuovo allarme Xylella in Puglia, colpite altre 136 piante nella Piana degli Ulivi Monumentali

La Xylella colpisce ancora: 136 piante risultano colpite nella Piana degli Ulivi Monumentali in Puglia, culla di olivi storici ed esemplari. Una notizia che arriva proprio nel momento delle operazioni di raccolta delle olive e che fa riaccendere l’allarme Xylella, batterio che sta attaccando un patrimonio simbolo del paesaggio locale ma anche motore dell’economia. Una situazione che ha interessato il territorio di Monopoli e in particolar modo la “zona cuscinetto”, fino a questo momento indenne, nel cuore della famosa Piana degli Ulivi dove, ha ricordato Coldiretti, la normativa prevede la rimozione anche delle piante circostanti nel raggio di 50 metri. Una zona ad alta concentrazione di ulivi millenari con caratteristiche spesso uniche e che sono un simbolo storico ma anche un oggetto di attenzione da parte del turismo.
La Piana degli Ulivi Monumentali offre un panorama unico e una produzione di alta qualità, merito di generazioni di agricoltori che adesso devono far fronte ad uno scenario preoccupante con il rischio di veder sfumato un lavoro prezioso. La gestione di un ulivo monumentale, infatti, è particolare perché presenta rese produttive molto più basse rispetto ad una normale pianta e necessita di una raccolta esclusivamente manuale ma anche di maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.

Coldiretti ha analizzato che la Xylella, dal 2013 ad oggi, ha colpito 8.000 chilometri quadrati con un danno economico stimabile in 1,6 miliardi di euro. Le conseguenze hanno generato “milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5.000 posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva”. Un trend, ha aggiunto l’associazione guidata da Ettore Prandini, che “rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana”.
La ricetta, visto che non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, secondo Coldiretti è “la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti per salvaguardare almeno gli ulivi millenari. Si tratta di una speranza confortata da alcune evidenze empiriche rilevate dopo anni di sperimentazione che hanno consentito di individuare cultivar capaci di reggere gli attacchi della malattia”. Gli oliveti non devono solo vedersela con la Xylella ma pure con i cambiamenti climatici che avrebbero causato un calo del quantitativo di olio stimato al 22% a livello nazionale e del 48% nella sola Puglia, regione dove si produce circa la metà dell’extravergine Made in Italy.
“Si prevede - conclude Coldiretti - una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili rispetto ai 366 milioni di chili della campagna precedente. Un risultato che mette a rischio il futuro del settore in un anno segnato dall’emergenza Covid che ha ridotto le opportunità di mercato in Italia e all’estero e aumentato i costi delle imprese per garantire la sicurezza dei lavoratori”.

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