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OGGI E’ “EARTH DAY”, LA GIORNATA DELLA TERRA. ERMETE REALACCI, RESPONSABILE GREEN ECONOMY PD: “LA DIFESA DELL’AMBIENTE NON E’ UN VINCOLO, MA UNA GRANDE POSSIBILITA’ PER AFFRONTARE LA CRISI, CHE VALE IN ITALIA 1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO”

“Un’occasione per ricordare che oggi la difesa dell’ambiente non è solo un vincolo, ma anche una grande possibilità per affrontare la crisi economica”: parole del responsabile “Green Economy” del Pd Ermete Realacci, oggi, per l’“Earth Day”, la Giornata della Terra che si celebra il 22 aprile, in tutto il mondo. Realacci spiega che “quella della green economy è una prospettiva, vera in tutto il mondo, ma che in Italia ha chance più che altrove di avere successo, perché attraversa la sfida della qualità che si nutre dei talenti dei territori, tanto che è possibile prevedere il nostro Paese possa attivare, nei prossimi 5 anni, oltre 1 milione di posti di lavoro tra nuovi occupati e qualificazione degli esistenti”.
Un’economia “diversa - secondo Realacci - che punta su innovazione, ricerca, conoscenza. Che migliora la qualità della vita di oggi e non compromette il futuro. Ma la green economy non è solo un progetto per il futuro, in molti campi è già in atto e attraversa i settori più vari: dall’edilizia ai trasporti, dagli elettrodomestici alle fonti rinnovabili, dal turismo all’agricoltura di qualità, dall’high tech al riciclo dei rifiuti, dalla diffusione di prodotti e di processi produttivi innovativi ed efficienti, nella creazione di nuova occupazione qualificata, in una forte spinta all’esportazione di processi e prodotti eco-efficienti. La green economy in “salsa italiana” - conclude Realacci - incrocia la propensione alla qualità tipica di molte produzioni del nostro Paese e la riconversione in chiave ecosostenibile di comparti tradizionali legati al manifatturiero”.<

Focus - “Giornata della terra”, Confagricoltura dà il suo contributo alla difesa del pianeta, piantando 5 milioni di alberi Confagricoltura sviluppa un capillare piano di forestazione per i 40 anni dell’Earth Day, il grande happening mondiale in difesa della Terra, nato nel 1970, quando 20 milioni di cittadini statunitensi risposero all’appello del senatore democratico Gaylord Nelson, dando vita alla prima manifestazione per la tutela del Pianeta.
Per la “Giornata della Terra” n. 40, l’obiettivo di Confagricoltura è quello di sottolineare l’inscindibile relazione tra agricoltura e ambiente, organizzando la messa a dimora di 5 milioni di alberi per rilanciare il ruolo di boschi e foreste in tutte le loro funzioni positive: dalla fissazione del carbonio, alla tutela della biodiversità, alla conservazione della qualità del paesaggio, al contenimento del dissesto del territorio. A proposito di quest’ultimo punto lo stato di sicurezza idrogeologica del Paese è notoriamente allarmante: il 60% dei Comuni corre rischi molto elevati e negli ultimi 90 anni, si sono registrate ben 5.000 grandi alluvioni e 12.000 frane (in media un episodio ogni giorno e mezzo). Il piano di Confagricoltura intende appunto ricostituire il potenziale forestale nelle aree più danneggiate per prevenire il ripetersi di questi drammatici fenomeni.
Aspetto altrettanto importante del piano è l’effetto positivo sull’ambiente dato dalla capacità delle piante di assorbire ossido di carbonio. La selvicoltura è indubbiamente il settore che ha le maggiori potenzialità per attenuare il cambiamento climatico, a dimostrarlo c’è il fatto che ogni albero consente di eliminare, nel corso della sua vita, 700 chili di Co2 atmosferica.
In totale si pianteranno nuovi boschi per 15.040 ettari, un passo di grande importanza per impiegare parte di quella superficie potenzialmente utilizzabile per la forestazione, che, in Italia, si stima pari a 2.000.000 di ettari. Le specie di piante utilizzate per dar vita a nuovi boschi terranno conto della “Carta Fitoclimatica” delle varie regioni, assicurando l’uso di alberi idonei alle caratteristiche climatiche e pedologiche locali. La scelta privilegerà anche alberi in grado di svilupparsi nel tempo senza richiedere interventi particolari di cura e manutenzione (a seconda delle zone leccio, quercia da sughero, pino mediterraneo, castagno, rovere, carpino, acero, faggio), mentre nelle zone più umide pianeggianti si darà spazio alla pioppicoltura.
Nel forum economico “Terre Fertile” di Taormina, Confagricoltura ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Ministero dell’Ambiente in relazione agli accordi di Kyoto e Copenaghen per la riduzione delle emissioni di gas serra. Il documento pone le basi per approfondire le tematiche e soprattutto per identificare le politiche incentivanti e le misure più idonee per realizzare le attività di afforestazione (ovvero la piantumazione di nuove foreste, realizzate su terreni che da almeno 50 anni non le ospitavano) e riforestazione (nuove foreste realizzate su terreni che al 31 dicembre 1989 non le contenevano), gestione forestale dei suoli agricoli e dei pascoli, che rivestono un ruolo fondamentale nell’abbattimento dell’anidride carbonica di fonte atmosferica. In questa direzione occorrerà a livello nazionale completare il registro delle foreste e dei serbatoi di carbonio, nella ridefinizione del Protocollo di Kyoto, tenendo conto maggiormente del contributo ambientale dato dalle attività agricole e forestali, prevedendo la possibilità per gli Stati aderenti di classificarle come “carbon sink” (pozzi di assorbimento del carbonio) e “contabilizzando” tutte le aree boschive e le coltivazioni di piante produttive ai fini dell’assorbimento di Co2.
“Andrà - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni -soprattutto approfondito l’aspetto legato al riconoscimento del ruolo svolto dagli agricoltori. Va individuato un sistema di riconoscimento dei sink agricoli ad esempio tramite un sistema volontario certificato. Il riconoscere al settore agricolo questo valore aggiunto ambientale produrrà sicuramente effetti positivi sul sistema generale. L’analisi dovrà coinvolgere anche i nuovi meccanismi incentivanti della politica comune europea, che nei prossimi anni saranno orientati soprattutto a sostenere lo sviluppo dei ‘servizi ambientali’ in agricoltura”.

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