Contro atti di terrorismo ecologico occorre reagire con la più ferma determinazione per ripristinare la legalità. Dopo l’istigazione, il reato di messa a coltura di piante geneticamente modificate costituisce una manifestazione del disprezzo da parte del signor Fidenato e di uno sparuto gruppo di pseudo agricoltori non solo dell’ordine pubblico, ma soprattutto dei beni comuni ambientali e della sicurezza alimentare. Lo sostiene la task force “Per un’Italia libera da ogm” (Coldiretti, Cna alimentare, Aiab, Amab, Cia, Legacoop, Lega Pesca, Unci, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino Legambiente, Wwf, Greenpeace, Vas, Fondazione Univerde, Slow Food, Acli, Crocevia, Focsiv, Greenaccord, Federparchi, Campagna Amica, Città del Vino) nel richiedere l’immediata convocazione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’avvio di indagini dirette a individuare l’area coltivata per disporne il sequestro e procedere alle operazioni di bonifica. Tutto questo, naturalmente, se i fatti annunciati corrispondono effettivamente al vero e non si tratta invece di una ridicola messa in scena in una versione tutta provinciale di rivendicazione.
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