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OLIO, L’ORIGINE IN ETICHETTA È ANCORA VIRTUALE. LA DENUCNIA DELLA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI: “DOPO PIÙ DI VENTI GIORNI DAL REGOLAMENTO UE, NESSUNA TRACCIA DELLA NORMA ATTUATIVA IN ITALIA. NESSUN SEGNALE DALLE POLITICHE AGRICOLE”

Per l’olio d’oliva l’etichettatura d’origine è ancora “virtuale”. A più di venti giorni dall’entrata in vigore del, Regolamento europeo, non c’é alcuna traccia della norma attuativa italiana. Lo denuncia la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, “preoccupata per questo inspiegabile ritardo che rischia di avere riflessi negativi per i nostri olivicoltori, che già vivono una situazione estremamente difficile, con costi in sensibile crescita e prezzi che continuano a crollare. Da parte del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali non si è avuto alcun seguito al Regolamento europeo, se non quello degli annunci trionfali che sono restati senza riscontri concreti. Non si è ancora visto nulla, siamo nello stallo più completo”.

La Cia, dunque, chiede a Zaia l’emanazione, al più presto, della norma attuativa di un provvedimento “che il mondo agricolo aveva salutato con grande soddisfazione perché fondamentale per tutelare e valorizzare il made in Italy” dalle contraffazioni e dall’assalto dell’agropirateria”.

“La nostra olivicoltura - continua la Cia - fa i conti con una situazione che si fa sempre più delicata. Da parte del governo non arriva alcuna risposta a questa crisi. Dei vari provvedimenti annunciati non si è ancora visto nulla. Siamo nello stallo più completo. C’é bisogno di certezze e di reali prospettive. In quest’ottica - conclude la Cia - è importante un Piano nazionale olivicolo per dare agli olivicoltori gli opportuni strumenti per rilanciare lo sviluppo e accrescere la competitività”.

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