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CULTURA DEL CIBO

Oltre 260 eventi nel mondo per celebrare il Manifesto di Slow Food a 30 anni dalla firma di Parigi

Le comunità del cibo di Slow Food in festa, guardano al futuro, tra nuovi Presìdi, Orti in Africa, Mercati della Terra e Arca del Gusto
CIBO, CULTURA, MANIFESTO, SLOW FOOD, Non Solo Vino
Il mondo celebra il Manifesto di Slow Food a 30 anni dalla firma di Parigi

Pubblicato per la prima volta il 3 novembre 1987 sulla prima pagina del “Gambero Rosso”, allora supplemento gastronomico del quotidiano “Il Manifesto”, il “Manifesto di Slow Food”, pionieristico all’epoca, capace di anticipare tanti tempi ancora oggi di attualità, dall’accesso al cibo di qualità alla sostenibilità, ebbe subito un respiro internazionale, e fu firmato a Parigi nel 1989. Ed ora, per celebrare i 30 anni da un evento di straordinaria importanza per il movimento fondato da Carlo Petrini e Folco Portinari (scomparso proprio all’inizio del 2019), saranno centinaia (oltre 260) gli eventi in tutto il mondo, a dicembre, che coinvolgeranno migliaia di attivisti, soci e simpatizzanti della rete di Slow Food. Gli appuntamenti, parte della campagna internazionale “30 Years of the Slow Food Manifesto - Our Food, Our Planet, Our Future”, coinvolgono ogni nodo della rete che è attiva in 160 Paesi. Con questa campagna Slow Food continua a rivolgere il suo sguardo al futuro, per questo con i fondi raccolti durante tutte le iniziative, l’associazione finanzierà parte del suo ambizioso programma di lavoro per il 2020: far salire 600 nuovi passeggeri sull’Arca del Gusto, creare 30 nuovi Presìdi Slow Food, 300 nuovi Orti in Africa e 15 nuovi Mercati della Terra.
Tra le curiosità, a Bouctouche, sulla costa Atlantica, l’occasione è perfetta per inaugurare il primo Mercato della Terra del Canada, celebrando al meglio il cibo buono, pulito e giusto coinvolgendo consumatori, produttori e i soci Slow Food. I Mercati della Terra, già 69 in tutto il mondo, sono anche un luogo in cui fare la spesa ma anche incontrarsi, conoscersi e mangiare in compagnia.
La Comunità Slow Food Saberes ancestrales de Nariño, in Colombia, fa le cose in grande, organizzando un vero e proprio festival gastronomico che coinvolge chef locali alle prese con preparazioni tradizionali regionali e nazionali che mettono in risalto colori e sapori del territorio andino.
Approdando in Europa troviamo l’appuntamento della Comunità Slow Food di Valmiermuiža, in Lettonia, che invita i partecipanti a un momento di formazione e confronto su temi fondamentali come garantire un cibo sostenibile alle generazioni future e fare in modo che il sistema alimentare non impatti sul pianeta. Il tutto, ovviamente in compagnia dei migliori piatti della gastronomia regionale.
Una cena particolare è organizzata nel Nord Italia dalla Condotta Slow Food Monza e Brianza, che si mette sulle tracce del menù proposto in occasione della firma del Manifesto a Parigi 30 anni or sono. La serata è animata da giovani che ripercorrono le tappe del percorso fatto dall’associazione fino a oggi.
Cambiamo continente ma continuiamo i festeggiamenti: a Nabeul, Tunisia, ci aspetta una giornata dedicata proprio alla memoria culinaria del Paese, con ricette che riportano in tavola i piatti dei nonni, che spesso le giovani generazioni non hanno mai assaggiato. Un evento ideale e simbolico proprio per partire dal cibo di ieri e difendere le tradizioni gastronomiche, alla base della cucina locale di domani.
La Condotta Slow Food Butembo in Congo coglie l’occasione invece per coinvolgere le donne della zona e accrescere la loro consapevolezza sull’importanza di valorizzare e consumare cibo locale, lottando contro l’invasione di alimenti importati che purtroppo invadono i mercati locali.
La Comunità di Kapuas Hulu in Indonesia festeggia favorendo l’incontro tra le vecchie e le nuove generazioni, mettendo al centro delle celebrazioni alcuni cibi particolarmente significativi, come l’olio di noci tengkawang, Presidio Slow Food. Con una consistenza simile al burro, è di colore giallo, ha un aroma simile alla noce e spesso è usato per insaporire riso, verdure o carni. Le popolazioni locali lo usano per cucinare e per curare i morsi degli animali e tradizionalmente era impiegato anche a scopi medicinali o cosmetici.
Ad Auckland, Nuova Zelanda, dove la stagione lo permette, la Condotta Slow Food Auckland invita tutti a un picnic nel parco urbano della città, per festeggiare all’insegna del cibo locale brindando ai prossimi 30 anni dell’associazione e allo stesso tempo gettare i semi per diffondere la filosofia degli orti urbani.

Focus - Il Manifesto dello Slow Food
Manifesto dello Slow Food - Movimento Internazionale per la Tutela e il Diritto al Piacere

Questo nostro secolo, nato e cresciuto sotto il segno della civiltà industriale, ha prima inventato la macchina e poi ne ha fatto il proprio modello di vita. La velocità è diventata la nostra catena, tutti siamo in preda allo stesso virus: la “Fast-Life”, che sconvolge le nostre abitudini, ci assale fin nelle nostre case, ci rinchiude a nutrirci nei “Fast-Food”. Ma l’uomo sapiens deve recuperare la sua saggezza e liberarsi dalla velocità che può ridurlo ad una specie in via d’estinzione. Perciò contro la follia universale della “Fast-Life”, bisogna scegliere la difesa del tranquillo piacere materiale. Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Iniziamo proprio a tavola con lo “Slow Food”, contro l’appiattimento del “Fast-Food” riscopriamo la ricchezza e gli aromi delle cucine locali. Se la “Fast-Life” in nome della produttività, ha modificato la nostra vita e minaccia l’ambiente ed il paesaggio, lo “Slow Food” è oggi la risposta d’avanguardia. E’ qui nello sviluppo del gusto e non nel suo immiserimento la vera cultura, di qui può iniziare il progresso con lo scambio internazionale di storie, conoscenze, progetti. Lo “Slow Food” assicura un avvenire migliore. Lo “Slow Food” è un’idea che ha bisogno di molti sostenitori qualificati, per fare diventare questo moto (lento) un movimento internazionale, di cui la chiocciolina è il simbolo.
Folco Portinari, 9 novembre 1989

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