Soddisfazione per l’andamento attuale ed ottimismo per il futuro, soprattutto nei mercati internazionali. Potrebbe essere questa la sintesi dell’indagine “wine2wine”, l’Osservatorio b2b di Vinitaly, realizzato intervistando oltre 400 aziende vinicole italiane nei mesi di febbraio e marzo 2015. Il 94,5% delle cantine italiane esporta, e più è alta la percentuale di esportazione più sono soddisfatte e fiduciose nel futuro. La soddisfazione sull’andamento attuale delle aziende, è molto elevato: infatti, su una scala da 1 a 9, l’82,9% delle cantine italiane dà un voto uguale o maggiore di 6. La soddisfazione cresce in misura proporzionale rispetto alla percentuale di export generato: la percentuale di aziende che danno un voto pari o superiore a 7 ha picco del 77,4% per quelle che esportano più del 75%. E c’è una correlazione forte anche tra il fatturato complessivo e la soddisfazione sull’andamento attuale: è soddisfatto oltre il 70% delle aziende con fatturato superiore al milione di euro; si scende al 60,9% per quelle con fatturato compreso tra 500.000 euro ed 1 milione di euro e non si arriva al 50% per quelle più piccole.
“Questi - spiega Giovanni Mantovani, dg Veronafiere - sono alcuni dei risultati del secondo anno di un programma di monitoraggio continuo voluto da Vinitaly per avere il polso degli effettivi bisogni degli espositori in termini di promozione e business. I risultati dell’anno scorso - prosegue Mantovani - ci hanno permesso di focalizzare ulteriormente la nostra attività di incoming e di promozione del brand Vinitaly su alcuni Paesi target, con azioni mirate e un aumento degli investimenti del 34% rispetto al 2014”.
Quanto alle aspettative per il futuro, prevalgono quelle di crescita dei ricavi (67,5% degli intervistati). Il 29,4% si attende per il 2015 un fatturato in linea con il 2014, mentre solamente il 3% prevede un calo. Le aziende più ottimiste sono quelle del Sud e delle Isole (crescita nel 78% dei casi), seguite da quelle del Centro Italia (70,4%), dal Nord-Est (64,6%) e dal Nord-Ovest (61,9%). Previsioni sotto la media per le aziende che non esportano (crescita solo nel 50% dei casi) e per quelle che esportano meno del 15% (60,8%).
È prevista una crescita soprattutto per le vendite all’estero: il 79,8% delle aziende intervistate dichiara una crescita superiore al 5% dei ricavi fuori dall’Italia. Sono soprattutto le aziende del Sud e delle Isole ad essere ottimiste (84,8%), segno dell’intenzione di recuperare il gap “export” con il resto del Paese. La situazione è comunque positiva anche per le vendite in Italia, previste in crescita per una azienda su due.
Le cantine intervistate esportano mediamente in 14,6 nazioni: il 32% delle cantine esporta in meno di 5 Paesi, una su tre ha tra i 6 ed i 10 mercati di sbocco, il 21,4% tra 11 e 20, ed il 16,8% esporta in più di 20 Paesi. Gli Usa sono tra i mercati principali per il 60,9% delle cantine, seguiti da Germania (42,7%), Svizzera (23,1%), Inghilterra (20,5%), Giappone (18,6%) e Canada (16,9%).
I Paesi target per i produttori di vino per il 2015 sono, gli Usa (63% delle cantine), Germania (30%) e Cina (25,2%): Giappone, Regno Unito, Canada, Russia, Svizzera, Brasile, Svezia. Tra la posizione n. 11 e n. 15 si piazzano Norvegia, Danimarca, Olanda, Australia e Belgio.
Il 20% delle cantine intervistate produce oltre 1 milione di bottiglie, l’11% tra 400.000 e 1 milione, poco meno del 28% tra 100.000 e 400.000, il 18,5% tra 50.000 e 100.000, quasi il 17% tra 15.000 e 50.000, mentre poco più del 6% non raggiunge le 15.000 bottiglie prodotte. Ben il 20% delle aziende intervistate ha un fatturato superiore ai 5 milioni di euro, il 12,5% è nella fascia tra 2 e 5 milioni, l’11% in quella tra 1 e 2 milioni di euro, quasi il 17% tra 500.000 euro e 1 milione, poco meno del 27% tra 150.000 e 500.000 euro e, infine, circa 17% dichiara un fatturato inferiore ai 150.000 euro.
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