A cominciare è stata Barcellona, con la sua Rambla invasa da bar e ristoranti e gli affitti a prezzi impossibili: nelle settimane scorse i residenti hanno organizzato una vera e propria manifestazione contro i turisti, con tanto di cartelli, cori e pistole ad acqua. A seguire l’esempio della città spagnola (che con i suoi 30 milioni di turisti all’anno è una delle capitali mondiali dell’overtourism) ora c’è Firenze, dove nei muri del centro sono apparse scritte “Tourists go home!”, ennesimo segnale di disagio e insofferenza di fronte ad una massiccia diffusione di b&b e case-vacanze. Un problema ai primi posti dell’agenda del neo-sindaco del capoluogo toscano, Sara Funaro, secondo cui occorre lavorare sia per tutelare i residenti, sia per promuovere un turismo sostenibile. Intanto Aldo Cazzullo, sul “Corriere della Sera”, scrive che “il punto è attrarre turismo di qualità, attento all’arte, alla musica, al teatro, e certo anche ai buoni vini e ai buoni cibi che sono un’eccellenza italiana”.
L’overtourism è ormai un problema diffuso nel nostro Paese: basti pensare al caso di Venezia, che dopo aver introdotto un ticket per scoraggiare i visitatori mordi e fuggi, quelli che nella città lagunare non passano neanche una notte, ha appena aggiunto il divieto di ingresso a gruppi maggiori di 25 persone (oltre al divieto di altoparlanti per le guide turistiche). Stesso destino per le Cinque Terre, Patrimonio Unesco, che da quest’anno puntano sulla tecnologia per provare a difendersi dall’invasione, tra semafori sui sentieri, sensi unici per i pedoni e Ztl in mare, fino al software basato sull’AI che prevede il pienone e fa scattare l’allerta. Roma è tra le nove città a rischio overtourism nel mondo, secondo lo studio “Destination 2030” del Wttc - World Travel & Tourism Council: una profezia a cui è facile credere, considerando i flussi abnormi di visitatori che sostano nei luoghi più famosi, da Fontana di Trevi al Colosseo. Ma anche in molte destinazioni turistiche minori del Belpaese le vie del centro stanno diventando “mangifici” a cielo aperto, con conseguente disagio dei residenti, che comunque sono sempre meno perché i proprietari delle case preferiscono affittarle per brevi periodi e a cifre altissime.
Si parla ormai da tempo di puntare sul turismo di qualità come deterrente per l’overtourism, “ma - continua Cazzullo sul “Corriere” - in Europa ormai la ricchezza viene più estratta che prodotta, più ricavata dalla grandezza passata, attraente per il resto del mondo, che non creata con il nostro talento e il nostro lavoro”.
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