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PAC (POLITICA AGRICOLA COMUNE), IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA MARIO GUIDI: “L’AGRICOLTURA DEVE COMINCIARE A PENSARE IN GRANDE, RIEQUILIBRANDO IL SUO RUOLO. L’EUROPA DEVE INVESTIRE SULLE IMPRESE PRODUTTIVE”

“Sarebbe probabilmente velleitario pensare di poter cambiare l’intera riforma della Pac presentata il 12 ottobre. Ma possiamo chiedere all’Europa se pensa o no di aver bisogno di un’agricoltura che produca in quantità e qualità tali da garantire a tutti i cittadini dell’Ue, adesso e soprattutto in futuro, il cibo sufficiente per riempire i loro piatti tre volte al giorno”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, a Modena, nel convegno sulla Politica Agricola Comunitaria (Pac), a cui hanno partecipato il Ministro delle Politiche Agricole, Catania e l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Rabboni.

“Quel che è necessario assolutamente - ha detto Guidi - è rimodulare il greening dando una maggiore elasticità alla Pac. Bisogna assolutamente operare scelte congrue per polarizzare le risorse a favore delle imprese produttive. E ci deve essere una gradualità del cambiamento tale da dare alle imprese il tempo di rifare i loro conti per adattarsi al nuovo modello. Dobbiamo inoltre recuperare un po’ di governo dell’agricoltura (attraverso i pagamenti diretti ancora collegati alle produzioni) ma bisogna soprattutto arrivare alla revisione della Pac con la chiarezza di quante risorse ci saranno a disposizione per l’ Europa e per l’Italia”.

Per il presidente Confagricoltura, “l’agricoltura deve cominciare a pensare in grande, a parlare in termini economici. Rendiamoci conto che il settore eroga in stipendi ai lavoratori dipendenti 8,5 miliardi l’anno. E dobbiamo chiedere alla politica specifiche aree di risoluzione dei problemi, come quelli della stipula degli accordi commerciali o della rimozione di barriere sanitarie. Altrimenti cosa ce ne facciamo del made in Italy se non riusciamo ad esportarlo? Il mercato nazionale non è in grado di assorbire la totalità della produzione delle eccellenze agroalimentari italiane. Lo ripeto - ha concluso Mario Guidi - Occorre pensare in grande e controllare il meccanismo di produzione con un approccio più realistico al sistema”.

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