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Panorama

2009 Se bevi non guidi ... Inchiesta. Troppi incidenti mortali dovuti a chi guida in stato di ebbrezza. Tanto che la commissione Trasporti della Camera sta per approvare una legge che abbasserà il tasso alcolemico tollerato a 0,2 mg/l dell’attuale 0,5. Cosa cambierà? “Panorama” ha cercato di capirlo sentendo gli esperti e sottoponendo 12 persone alla prova del palloncino. Risultato: addio cicchetti e limoncelli... Diventerà esecutiva la prossima estate. E stavolta il condizionale non è d’obbligo perché la proposta di spostare il limite del tasso alcolemico per chi guida dall’attuale 0,5 per cento a 0,2 mg/1 è bipartisan: destra e sinistra sono una volta tanto in pieno accordo, compatte nella guerra all’ebbrezza mortifera. La commissione Trasporti della Camera sta per approvare una proposta di legge che, nelle intenzioni, ridurrà il numero di incidenti dovuti a stati di ubriachezza. Si eviterà ai genitori di presentarsi all’ospedale con la foto dei figli, come hanno fatto in 300 dopo l’incidente di Civitavecchia? Chiedevano, ritratto in mano, se lo schianto di cui tutti parlavano si era portato via il proprio ragazzo, se era colpa della droga o dei drink da discoteca (i cinque amici avevano bevuto e ballato fino all’alba, il guidatore è risultato anche positivo al test per le sostanze stupefacenti). Una settimana prima, in Sicilia, altri quattro giovani erano morti: guidavano di notte dopo la solita serata esagerata.

Nei primi 10 mesi del 2008, su 6.214 incidenti, 245 sono stati mortali, con 280 vittime: è la conta fredda dei numeri secondo l’Osservatorio permanente delle stragi del sabato sera.
E il bicchiere, anzi i bicchieri di troppo hanno portato al ritiro della patente per 22.145 fermati. Per il test dell’etilometro (lo strumento che misura l’alcol nel sangue, il cosiddetto palloncino) gli uomini sono stati i più fermati (184.251); e anche i più inclini ad alzare il gomito (11,01% dei controllati contro il 3,68 delle donne). “Lo 0,2 è un tasso veramente basso, è un indicatore irrisorio, è una quantità simbolica” spiega Raffaella Rossin, coordinatrice dei servizi di alcologia della asl di Milano. “E ogni singola persona fa storia a sé. Contano peso, età, sesso, naturalmente. Ma anche lo stato del fegato: se è compromesso, avrà una certa reazione. E il metabolismo. E la capacità di assorbimento cerebrale E la condizione psichica: se una persona è agitata, o in stato di shock, o in crisi, avrà facoltà ridotte. Le variabili sono così tante che non è possibile fare generalizzazioni”.
Non c’è, insomma, formula matematica certa, anche se il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali ha schematizzato dicendo che per toccare la futura soglia dello 0.2 per cento a una donna o a un uomo di circa 60 chili basterà un bicchierino di superalcolico, o un bicchiere da 125 mi di vino, o una lattina media di birra, o 12 grammi di alcol puro. La “prova su strada” fatta da Panorama fa pensare che da quest’estate usi e costumi degli italiani dovranno cambiare non poco, schiacciati come saremo dalla domanda: se la polizia mi ferma, supererò o no la prova palloncino? Dodici giornalisti, fra i 25 e i 54 anni, hanno bevuto alla stessa ora, a stomaco pieno, alcolici di vario tipo. Una pattuglia della Polizia stradale con etilometro a bordo ha misurato i loro valori.
Addio limoncello per molti, se i risultati ottenuti da Madia V. , 48 anni, 80 chili, possono essere illuminanti: 0,16 al primo test, 0,09 al secondo (eseguiti, come prescrive la legge, a distanza di cinque minuti). Nessun pericolo per lei, sempre sotto la soglia dello 0,2. Peccato che il suo limoncello non arrivasse a fine di un pasto con brindisi, come di consueto. Era l’unica bevanda alcolica ingerita. Paolo R, 39 anni, 82 chili, ha brindato con champagne (due calici): 0,20 e 0,18. Con un solo goccio in più (un vino, o l’ammazzacaffè) da luglio incorrerebbe nelle sanzioni previste.
Addio anche ai mischioni che fanno molto vita da serial americano, i vari Negroni, mojito, moderna elegia degli happy hour: Matteo D., 36 anni, 68 chili, registra lo 0,46 col primo test, 0,43 col secondo. Ha bevuto un moiito, mentre Claudio M., 27 anni, 72 chili, ha ingollato felice un Negroni dando soddisfazione all’etilometro con 0,80 e 0,75. Per lui scatterebbero da subito i provvedimenti perché l’articolo 186 del Codice della strada parla chiaro: multa salata, ritiro patente, 10 punti in meno. Anche Antonio Bufano, dirigente della Polizia stradale per la Lombardia è solito parlar chiaro, coi dati alla mano e le riflessioni di chi lavora sul campo: “Qualcuno polemizza sulla scarsità dei controlli, come se l’abbassamento del tasso alcolico fosse una scorciatoia, un deterrente furbo. Niente di tutto questo: nel 2006 abbiamo controllato 241.935 veicoli, l’anno successivo 790.319. Paragoniamo per esempio gennaio 2007 con gennaio 2008: c’è un incremento quasi del 100%, si passa dai 594.624 a 1.158.157. Il risultato su cui riferisce è che le infrazioni accertate in base al 186 sono state quasi uguali, pur col doppio di fermati”.
Due gli strumenti con i quali le volanti operano: il precursore, una sorta di misuratore elettronico, e l’etilometro, più noto come la prova del palloncino: si soffia dentro, l’apparecchio legge la quantità d’alcol presente nei polmoni e sentenzia. Riprende Bufano: “Per guidare bisogna essere in condizioni fisiche perfette, così dice l’articol0 115 del Codice della strada. L’optimum sarebbe non assumere né alcol né farmaci. Ma il vero traguardo è capire che dobbiamo rivedere le nostre abitudini. Noi italiani siamo soliti bere, è radicato nel nostro costume nazionale: lo spritz, l’ombretta, la grappa, l’amaro, il vino a mescita, il caffè corretto e via così. Bisogna che incominciamo a prevedere il conducente designato, 1’ amico che non tocca alcol a una cena rimane perfettamente lucido”. Pratica che il popolo dello sballo da discoteca ha già brevettato da tempo: quattro amici liberi di calarsi pasticche e beveroni bomba, il quinto “pulito” versione chaperon del sabato sera. Anche perché ormai non si scherza: con il decreto legge del maggio 2008, chiunque guidi in stato di ebbrezza commette un reato, non è più un illecito amministrativo (solo multa) ma diventa competenza del tribunale. “Bisogna svolgere un’attività preventiva non solo repressiva. Spiegare, capire che si deve essere lucidi. Noi andiamo nelle scuole, abbiamo attivato campagne di sensibilizzazione” continua Antonio Bufano.
Secondo i dati emersi nella Prima conferenza nazionale sull’alcol, 800 mila ragazzi sotto i 16 anni, ovvero se l’età legale per consumare alcol, bevono non solo nel fine settimana. L’80% dei giovani beve e molti di loro si mettono alla guida dopo avere alzato il gomito, anche se in alcuni locali sono stati installati, fuori, gratuiti, apparecchi per rilevare il tasso alcolico. “È anche una forma di presa di coscienza. Ma bisogna far passare l’idea: cosa devo fare per non essere pericoloso per me e per gli altri. In certi paesi, come la Germania, la scelta è stata 0,0: non si guida se si è bevuto” ricorda Raffaella Rossin.
E 0,0 è risultata nella prova su strada di Panorama Cristina B., 31 anni, 55 chili: beve un whisky e l’etilometro per due volte segna 0,0. Ne beve un secondo, ripete il test, e lampeggia sempre lo 0,0. Come è possibile? Risponde Rossin: “Magari la giovane ha un tasso di assorbimento lento. Gli effetti dell’alcol potevano esserci però a livello cerebrale: sarebbe stato interessante fare una prova riflessi”. Come si è detto, troppe sono le varianti per mettersi in tasca la ricetta che salva dalla sanzione, anche se gli italiani se ne stanno inventando di ogni tipo. Carla D., 44 anni, 75 chili, ha bevuto per Panorama una birra media e l’etilometro ha segnato 0,36 a entrambi i test. Da quest’estate con una birra si sarà fuorilegge. E pure con il classico spritz: Anna B., 27 anni, 45 chili, non regge proprio l’alcol, ride, le gira la testa e il bigliettino della volante sentenzia: 0,52 e 0.41. Da quest’estate sarebbe perseguibile perché solo se entrambi i test superano il valore limite scatta la sanzione.
Alla stretta dei parametri, si ribellano in molti: chi vede l’avanzata di una sorta di stato di polizia tutto controlli e divieti e chi ritiene esagerati i provvedimenti, anche perché taglierebbero le gambe a una parte del mondo del lavoro. La Tavola della comunicazione alimentare è esplicita: “L’introduzione di un limite così basso esclude di fatto ogni possibilità di spostamento autonomo a chiunque abbia a che fare con il comparto vitivinicolo”. Difficile però far digerire l’argomentazione all’Associazione italiana familiari e vittime della strada, sempre più determinata a far passare la tolleranza zero come c’è in Germania. E in Spagna José Luis Zapatero ha spedito in carcere 100 conducenti sui 26.820 sanzionati, forte del reato contro la sicurezza stradale introdotto un anno fa. Col risultato che in due anni i morti per gli incidenti nelle “carreteras” spagnole sono diminuiti del 22%. Antonio Bufano cerca di tirare le fila dicendo: “L’alcol non deve essere limitato solo ai giovani, la cui perdita fa più scalpore, ma a tutta la società. Non si muore solo di sabato dopo la discoteca, si muore tutta la settimana e nei luoghi più vari d’Italia”. Si muore anche guidando mezzi pesanti e sui posti di lavoro: “Quante delle morti bianche sono dovute a persone che si mettono ai comandi di una gru, di un complicato automezzo, dopo la pausa pranzo dove il vino è ospite fisso?” si domanda Rossin. “C’è solo un modo per smaltire l’alcol ingerito: far passare tempo. Parecchio tempo”.
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Autore: Stefania Berbenni

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