“Più export e piani Ue per la crisi del vino” … “Le difficoltà di mercato e il rallentamento dei consumi sono evidenti. Ma ci sono solo due strade per affrontarli: rilanciare oppure abbandonare il campo. Alcuni sono per gettare la spugna, uscire dal settore rottamando i vigneti ed essere assistiti in questo percorso con fondi pubblici. Noi siamo per rilanciare la sfida privilegiando chi vuole fare impresa rispetto a chi ha come prospettiva solo il prepensionamento”. È il messaggio forte che il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, lancerà domani a Roma all’assemblea dell’associazione che con i suoi 800 soci rappresenta circa l’85% dell’export di vino italiano. All’Unione Italiana Vini sono convinti che il vino italiano si stia adattando ai mutati stili di consumo molto meglio di altri Paesi produttori, ma serve fare di più evitando di cedere a chimere assistenzialiste che penalizzano lo sviluppo. Gli imprenditori del vino sono contrari all’ipotesi di espianti di vigneti finanziati da risorse pubbliche come avvenuto di recente in Francia e ora richiesto anche in Italia. “Una prospettiva - ha aggiunto Frescobaldi - legata a una visione sorpassata che non porta sviluppo ma solo arretramento. L’Italia è l’unico Paese che, senza stravolgere il proprio portafoglio clienti, ha visto uno straordinario cambio del mix dell’offerta, con lo spumante che è passato in dieci anni da una quota del 7% della produzione totale al 25% di oggi. Questo ha consentito di accrescere le quote di mercato laddove altri competitor le stavano perdendo. Inoltre, siamo passati dall’essere anonimi fornitori di vino sfuso a produttori di vini di fascia media-alta. Come avvenuto in Francia dove nel corso degli ultimi 20 anni il nostro export di vino in cisterna è passato dal 93% delle spedizioni al 36% mentre parallelamente le vendite di vino imbottigliato sono aumentate del 120%”. All’Unione Italiana Vini, inoltre, non si nascondono il futuro del settore vitivinicolo sarà legato a doppio filo agli orientamenti della prossima Commissione Ue. “Ci aspettiamo - ha aggiunto Frescobaldi - politiche di apertura commerciale da parte di un’Unione europea forte, in grado cioè di garantire un ambiente favorevole allo sviluppo dell’impresa e agli investimenti sulla promozione del vino sui mercati esteri. Ci aspettiamo politiche pro-commercio che spingano alle aperture e non atteggiamenti improntati alla paura e alle restrizioni, come avvenuto di recente nel caso del Mercosur”. I produttori italiani di vino si attendono dalla prossima Commissione anche un’inversione di tendenza sul capitolo “alcol & salute”. “A Bruxelles - ha proseguito il presidente Uiv – chiediamo di cambiare registro rispetto a posizioni che, di recente, hanno visto il vino vittima di attacchi ideologici culminati nella richiesta di etichettature allarmistiche simili a quelle delle sigarette. Attacchi condizionati da lobby salutistiche che assimilano il consumo moderato di vino all'abuso e allo sballo. Comportamenti estranei alla Dieta mediterranea e al nostro stile di vita improntato al consumo moderato di vino abbinato ai cibi e ai pasti”.
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