Mancava il barone Eric de Rothschild, a Milano, per “la prima” dell’azienda maremmana Rocca di Frassinello. Ma Paolo Panerai, editore e proprietario del Castellare di Castellina, non lo ha fatto rimpiangere, parlando a ruota libera e intrattenendo giornalisti e addetti ai lavori con l’ausilio di Alessandro Cellai e Christiane Le Sommer, enologi rispettivamente del Castellare di Castellina e di Domaines Barons de Rotschild. Ciò che Panerai ha voluto sottolineare con forza, ripetendo il concetto più volte, è che si tratta di un’azienda autonoma al 100%.
“Tempo fa - ha detto Panerai - ho visto un documentario sui pinguini. Il padre e la madre aiutano il piccolo a procurarsi da mangiare fino a quando non è in grado di farlo da solo, dopodiché lo abbandonano. Rocca di Frassinello è così: ha due genitori, Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rotschild, ma deve essere in grado di operare in piena indipendenza”.
Ma come è nato il progetto? “Non da una grande, ma da una piccola idea. Io e il barone Edmund de Rothschild, cugino di Eric e importante azionista di Château Lafite, avevamo sviluppato un’amicizia per questioni di affari; alla morte di Edmund, questo legame è continuato con Eric. Un giorno gli ho parlato di una zona della Maremma a metà strada tra Bolgheri e Scansano dove il suolo, grazie a ricerche condotte da Ezio Rivella e Gianni Zonin, si era rivelato similare a quello del Chianti e di Montalcino. Una zona poco conosciuta in cui i terreni costavano sensibilmente meno rispetto alle zone citate, molto più famose. Io ho puntato sulla parte collinare nei pressi del paese di Giuncarico, ho portato Eric a vedere il Podere Terminuzzo, nucleo di partenza di Rocca di Frassinello. Da lì si gode una magnifica vista ad anfiteatro con boschi di querce da sughero - da sempre indizio di zona ideale per i vigneti - e macchia mediterranea, circa 500 ettari di cui 250 coltivabili, divisi in quattro poderi. Ci sono voluti due anni per accorpare i poderi, e le prime vigne sono state piantate nel 2000”.
Nel 2003 è uscito il Primus di Frassinello, distribuito ai sottoscrittori del prestito obbligazionario Unicredito-Rocca di Frassinello; una prima vinificazione incoraggiante in cui si intravedevano l’eleganza e la pienezza ricercata dai due enologi. Con il 2004 la prima uscita ufficiale delle tre etichette aziendali.
Panerai ha voluto parlare di prezzi, e lo ha fatto anche con accenti polemici: “negli anni passati molti investitori sono entrati nel mondo del vino attratti dalla possibilità di buoni guadagni, e si è assistito ad una politica dei prezzi dissennata che ha portato ad aumenti esagerati. Edmund de Rotschild diceva che, tolti i costi di ammortamento, promozione eccetera, una bottiglia di vino all’origine non costa più di 3.000/4.000 lire (all’epoca non c’era ancora l’euro). Noi, anche a Castellare di Castellina, abbiamo cercato di mantenere prezzi ragionevoli, tant’è che siamo in crescita mentre molti altri sono in perdita; e per Rocca di Frassinello la filosofia è la stessa. Il terzo vino, Poggio alla Guardia, costa in cantina 6 euro; il secondo, Le Sughere di Frassinello, 9,90 euro; il primo, che costa 16,90 euro - e qui Panerai usa un’espressione colorita - non “lega neanche le scarpe” a vini d’ingresso di altre aziende”.
Ma a quanto ammonta l’investimento complessivo dell’operazione? Panerai risponde così: “non lo dico non perché non voglia, ma perché i lavori sono ancora in corso. La cantina, progettata dall’architetto Renzo Piano, sarà pronta nella primavera 2007. Siamo nell’ordine di diversi milioni di euro, ovviamente; se il business plan quinquennale verrà rispettato, i primi utili cominceranno nel 2008 o nel 2009 mentre per l’ammortamento del capitale ci vorranno almeno 20 anni. Sottolineo che è la prima volta che due aziende dei due più importanti paesi vinicoli del mondo, Italia e Francia, si uniscono per dare vita ad un progetto di tale portata”.
Francesco Beghi
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