Sarà un capodanno all’insegna del “made in Italy”: allo scoccare della mezzanotte, la maggior parte dei brindisi in giro per il mondo vedrà nei bicchieri spumanti italiani. A New York come a Madrid, a Londra come a Tokyo saranno le bollicine italiane ad accompagnarci nel 2008. Secondo Confagricoltura, infatti, le esportazioni di spumante dal 2006 al 2007 sono cresciute del 26% in ettolitri e del 28% in valore: principali paesi clienti delle bollicine “made in Italy” sono Germania, Usa, Regno Unito, Giappone e Inghilterra. Da notare, inoltre, che negli Stati Uniti alcune Doc e Docg nel 2006 hanno tolto quote di mercato allo Champagne.
L’Italia - afferma Confagricoltura - produce in media 240-250 milioni di bottiglie, equivalenti a circa 1,8 - 1,9 milioni di ettolitri per lo più di spumante bianco; il 60% degli spumanti prodotti in Italia sono Vsqprd, sia Doc si Docg.
La produzione italiana, che conta più di 3.000 etichette, vanta una ricchezza di varietà e di tipologie di produzione che non ha pari nel mondo; si concentra soprattutto nelle regioni del Nord: Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige.
Nel 2006 i consumi domestici di spumante, soggetti ancora ad una forte stagionalità (il 57% dei consumi è concentrato tra metà dicembre e metà gennaio) sono stati pari a 429.000 ettolitri, in lieve diminuzione (l’1%) sull’anno precedente. La quota relativa agli acquisti di Champagne, invece, è decresciuta rispetto al 2005 dell’11% in volume e del 21% in valore, un successo dovuto, in parte, anche al migliore rapporto qualità/prezzo degli spumanti italiani rispetto a quelli francesi.
Secondo un’indagine dell’Osservatorio Nazionale Economico Spumanti il 54% degli italiani per il brindisi nel 2006 ha scelto spumanti dolci, il 39% secchi e smibrut, il 5% quelli prodotti con metodo classico e solo il 12% ha preferito brindare con bottiglie di Champagne. E per il 2007, si attende un successo maggiore per le nostre bollicine, in particolare per quelle a denominazione d’origine.
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