02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

PASQUA 2011 - LA SIMBOLOGIA DEL VINO NELLA RELIGIONE CATTOLICA, EBRAICA E MUSULMANA: WINENEWS A COLLOQUIO CON I RAPPRESENTANTI DELLE TRE PIÚ IMPORTANTI RELIGIONI MONOTEISTE PER SCOPRIRE IL RUOLO E IL SIGNIFICATO DEL NETTARE DI BACCO

Italia
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Qual è il vero significato del vino nelle religioni cattolica, ebraica e musulmana? La Pasqua può essere il momento giusto per darsi una risposta, e per comprendere il rapporto che esiste tra religione e vino, e Winenews ne ha parlato, per comprendere meglio il rapporto che esiste tra religione e vino, con Yoseph Levi, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze, Padre Don Filippo Belli, biblista e docente di Sacre Scritture all’Università di Firenze, e Mohamed Nasimi, vice presidente della Comunità Islamica di Colle Val d’Elsa e Siena.

Il vino, seppur in forme e maniere diverse, riguarda o lambisce i percorsi di tutte e tre le principali religioni monoteiste. Per la religione ebraica, il vino è elemento santificatore e portatore di letizia, la vite stessa, ritenuta sacra nell’antica Cananea, fu dagli Ebrei considerata albero messianico. La tradizione ebraica fu poi adottata dal Cristianesimo, che attribuì al vino un significato completamente nuovo, indissolubilmente legato al sangue di Cristo versato sulla croce, e segno tangibile della sua presenza nella Chiesa, mediante l’Eucarestia. Anche l’Islam, si occupa del vino, che nella cultura araba - fino all’avvento di Maometto - era prodotto e consumato, specie in Palestina, per poi diventare una sostanza il cui uso viene chiaramente vietato.

“Il vino è il simbolo della vita e della gioia, la Bibbia stessa non pone problemi al consumo di vino, finché avviene nella giusta misura - esordisce Yoseph Levi - Basti pensare a Noè, che sceso dall’arca pianta la vite, ma, inesperto com’è, beve fino ad ubriacarsi (Gn 9, 20-25), e quello è peccato, mentre quando viene “mescolato bene”, reso quindi più leggero, è un vero e proprio dono, del Divino, ma anche dell’uomo, perché sappiamo bene che senza l’intervento umano non ci sarebbe il vino: c’è quindi una collaborazione tra il divino e l’umano nelle produzione della delizia della vita”. D’altra parte, nel Cantico dei Cantici, il vino diviene il suggello dell’unione d’amore tra l’amato e l’amata, tanto che la prima parola del Cantico descrive un bacio inebriante, accompagnato da “tenerezze più dolci del vino”, perché “il vino rallegra il cuore dell’uomo - dice il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze, ricordando uno dei proverbi più noti - ma per la nostra religione è molto importante anche che il vino non contenga sostanze di origine animale proibite, ma a parte questo qualsiasi vino va bene”. Troviamo centinaia di citazioni della vite e del vino nell’Antico Testamento: la parola “yayin”, con la quale viene indicato il succo di uva fermentato, vi compare oltre 140 volte, ma, come sottolinea Yoseph Levi, guai ad esagerare. Numerosi sono infatti i moniti in cui ci si imbatte nella Bibbia, uno per tutti l’episodio in cui Lot, ubriacato dalla figlie, venne indotto all’unione incestuosa da cui nacquero Noab e Ben-Ammi, capostipiti delle tribù dei Noabiti e degli Ammoniti (Gn 19, 1-11).

Anche per la religione cattolica l’importanza del vino - ed il suo valore positivo - prende le mosse dall’Antico Testamento: “L’importanza del vino nella nostra religione - esordisce Padre Don Filippo Belli, biblista e docente di Sacre Scritture presso l’Università di Firenze - è indissolubilmente legata alle gesta di Gesù Cristo. Ma c’è un precedente, la storia narrata nell’Antico Testamento: Israele è infatti una terra di vigneti e di vino, dove la vite, la vigna ed il vino sono espressione dell’abbondanza e della prosperità, quindi di una vita buona. Quando ad esempio le tribù di Israele si insediano sulle terre appena conquistate - continua Padre Don Filippo Belli - una delle prime cose che fanno è piantare la vigna, una pianta che necessita di anni per essere produttiva, simbolo di una volontà di stabilirsi. Inoltre l’immagine della vigna nell’Antico Testamento viene usata anche da Dio stesso per raccontare quanto si prenda cura del proprio Popolo, come avviene nei Salmi”.

Il vino quindi come fonte e simbolo di gioia per l’uomo, ma anche per Dio, tanto che nella tradizione ebraica - ma non in quella cattolica - si praticano sacrifici in cui si offre del vino a Dio. “Ed è proprio in questa tradizione che si inserisce il Nuovo Testamento e la storia quindi di Gesù Cristo - racconta Padre Don Filippo - Il primo segno di Gesù narrato nel Vangelo di Giovanni è legato alle Nozze di Caana, in cui Gesù, per mostrare la propria presenza alla gente, trasforma l’acqua in vino, in vino addirittura eccellente, più buono di quello che gli astanti avevano bevuto fino a quel momento”. Ma il vino, insieme al pane, nel Cattolicesimo diventa simbolo stesso della presenza di Cristo: “Il vino è scelto in quanto elemento essenziale per la gioia della vita di una persona, così come lo è Gesù. Nell’Eucaristia, quindi, si trasforma nel sangue stesso di Gesù, speso fino all'ultima goccia per il proprio popolo” conclude Padre Don Filippo Belli.

Il discorso cambia radicalmente una volta che andiamo a confrontarci con una religione a noi sempre più vicina, ma che siamo ancora ben lontani dal conoscere, anche in ciò che concerne la proibizione di consumare vino. “La proibizione rivolta dal profeta Maometto trasmettendo il Corano agli Arabi, grandi intenditori di vini, ha un basamento scientifico - spiega Mohamed Nasimi, vice presidente della Comunità Islamica di Colle Val d’Elsa e Siena - Allah dice infatti di non consumare vino prima della preghiera, per non compromettere le capacità cognitive di chi si appresta a raccogliersi tra le mani di Dio. C’è poi una seconda frase sul vino pronunciata da Allah a Maometto - prosegue Mohamed Nasimi: “Ti chiederanno cosa c’è di buono e cosa di cattivo nel vino. Dì che di buono c’è il commercio, di cattivo le conseguenze del berlo”. Si fa quindi riferimento ai danni sociali che derivano dall’assunzione di vino. Successivamente fu considerata sostanza non lecita ed impura, al pari del gioco d’azzardo e del mangiare animali morti non per mano dell’uomo”. Siamo nell’arco di tempo che va dal 630 al 635 d.C., e il rapporto con il vino viene spiegato nella prima parte del Corano, tutta dedicata al credo. “Il vino inoltre nella nostra religione non assume particolari simbolismi, ma solo una sostanza chiaramente proibita, tanto che negli anni la Sciari’a – l’insieme degli studi religiosi - dice che qualsiasi quantità d’alcol è da considerarsi proibita. La stessa proibizione che riguarda il vino si può quindi estendere ad ogni bevanda alcolica, dalla birra al whisky, ed è un precetto fondamentale per un buon musulmano, da cui non si può prescindere”. Tanto che nei Paesi islamici l’uva prodotta viene esportata o destinata a produzioni diverse da quella vinicola, specie l’aceto, perché dopo il quarantesimo giorno di fermentazione il mosto dealcolizzato: il gruppo “OH” dell'alcol lascia spazio al gruppo “CO OH” dell'aceto, e la sostanza proibita diventa pura. “È molto importante ribadire che il divieto di bere alcol nasce comunque da constatazioni scientifiche: oggi, infatti, un gran numero di incidenti stradali avviene per colpa dell’alcol, senza contare i costi che paga la società per i malati di cirrosi epatica: l’alcol, in conclusione, non porta alcun beneficio, se non il commercio”.
Religioni diverse, punti di vista diversi, che a volte appaiono inconciliabili, ma che in realtà, nel rispetto delle religioni, delle culture e delle tradizioni degli “altri”, si rivelano assolutamente in grado di convivere: “Solo il rispetto, rivelandoci il “sacro”, quanto cioè non può essere per nessun motivo oltraggiato, ci preserverà dal profanare il presente, incuranti del futuro” (Cristoph Schönborn).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli