Pegno rotativo su prodotti agricoli e alimentari Doc e Igp - vini, formaggi, salumi di alta qualità - a garanzia dei prestiti bancari: arriva la pubblicazione del decreto del Ministero delle Politiche Agricole che dà il via libera alla misura prevista dal Decreto Cura Italia, anticipata, nelle scorse settimane, da diversi Consorzi delle principali denominazioni del Belpaese, che hanno stretto accordi con gruppi bancari dei rispettivi territori usando proprio lo strumento del pegno rotativo.
L’ultimo era stato il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che ha firmato una convenzione con il Monte dei Paschi di Siena, sulla falsa riga di quello siglato sempre dalla banca senese con il Consorzio del Vino Chianti Classico a fine giugno. A fine luglio, invece, era arrivato l’accordo di collaborazione tra Intesa Sanpaolo, una delle realtà bancarie più importanti d’Italia, ed il Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe Dogliani, e ancora prima il Consorzio del Brunello di Montalcino aveva firmato con Credem (Credito Emiliano Spa) una convenzione per l’attivazione, da oggi, di una nuova linea di credito in favore di tutte le aziende socie del territorio, che già prevedeva prestiti garantiti dalle scorte di vino attraverso fondi rotativi o altre formule idonee a garanzia delle 210 aziende del territorio. Dove fa storia a sé la case history della griffe di Massimo Ferragamo Castiglion del Bosco, che ha puntato su una sorta di “en primeur eno-finanziaria”, con il vino che resta in cantina, nella disponibilità del produttore - che intanto può lavorare per collocarlo sul mercato - e, nello stesso, tempo genera liquidità immediata per l’azienda, garantita dal credito bancario grazie ad un accordo siglato con Banco Bpm.
Quello agroalimentare, sottolinea la Coldiretti, è un tesoro diffuso lungo tutta la Penisola particolarmente apprezzato a livello internazionale che fa gola anche alle banche interessate ad investire nella qualità e nel valore del made in Italy. Il pegno rotativo, precisa la Coldiretti, è infatti esteso dalla legge a tutti i prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine per supportare le attività aziendali necessari alla ripresa in una situazione in cui l’emergenza Covid ha tagliato il 10% dei consumi alimentari degli italiani nel 2020. Le specialità alimentari, spiega la Coldiretti, possono essere date in pegno, a decorrere dal giorno in cui sono collocate nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento in cambio di prestiti che vengono incassati mantenendo la proprietà del prodotto, che può essere sostituito senza ulteriori stipulazioni. Una forma di finanziamento innovativa particolarmente adatta, precisa la Coldiretti, per alimenti che chiedono tempo per completare il ciclo produttivo come ad esempio l’invecchiamento dei vini, la stagionatura dei formaggi o l’affinamento dei salumi.
Si tratta di specialità made in Italy di alta gamma particolarmente colpiti dal crollo del canale della ristorazione che non viene compensato in Italia dal leggero aumento della spesa domestica che trovano nella ristorazione un importante mercato di sbocco. Nel 2020 la Coldiretti stima in Italia una riduzione di ben 24 miliardi della spesa a tavola ma anche una diffusa difficoltà nelle esportazioni agroalimentari che hanno determinato spesso un aumento delle scorte di magazzino che ora possono essere date in garanzia per consentire il superamento della crisi. L’Italia, conclude la Coldiretti, è leader europeo nell’agroalimentare di qualità con 305 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola che sviluppano un valore di 16 miliardi di euro.
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