Quella per i film in costume e le serie storiche è sempre più una passione, in Italia e nel mondo. E di storie affascinanti ambientate in epoche passate, il vino ne ha davvero molte da raccontare. Come quella di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot (1777-1866), la coraggiosa e rivoluzionaria “Grande Dame” dello Champagne, artefice nell’Ottocento della prima cuvée millesimata e della prima versione rosé, ma anche una delle prime donne imprenditrici dei tempi moderni, fondatrice dell’impero Veuve Clicquot (Lvmh), che ora diventa un “historical period drama”: “Madame Clicquot. La grande signora dello Champagne”, il biopic del regista Thomas Napper con Haley Bennett nel ruolo di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot e Tom Sturridge nei panni di François Clicquot, in uscita al cinema il 12 settembre.
“Madame Clicquot” - una produzione franco-inglese, distribuito da Movies Inspired, e presentato in anteprima mondiale, nel 2023, al Toronto Film Festival e, in anteprima europea, alla Festa del Cinema di Roma, con 396.000 dollari di incasso al box office Usa - è ambientato in Francia durante le guerre napoleoniche e racconta la vera storia di Barbe-Nicole Ponsardin, passata alla storia come “Grande Dama dello Champagne”. A soli vent’anni Barbe-Nicole divenne Madame Clicquot, in seguito al matrimonio con il rampollo di una famiglia di produttori di vino, François. Nonostante il loro fosse un matrimonio combinato, tra i due è sbocciato l’amore. Peccato che François muoia prematuramente, lanciando la moglie intenta con la crescita della loro figlia, Clémentine. Da sempre Barbe-Nicole è stata affascinata dagli esperimenti vinicoli dell’eccentrico marito e, dopo la sua dipartita, decide di far avanzare le teorie raccolte del coniuge defunto. A 27 anni, ormai vedova, prova in tutti i modi a proteggere l’eredità della sua famiglia, sfidando gli uomini e lo Stato, decisi a privarla di tutti i suoi vigneti. La vedova si dedica allo studio teorico della chimica del suolo, della configurazione delle viti e delle tecniche rivoluzionarie di imbottigliamento. È così che Barbe-Nicole scommette tutto sul raccolto di uva e sulla sua miscela di spumante, mentre le stagioni si alternano capricciosamente e la concorrenza di Monsieur Moët (fondatore di Moët & Chandon che, oggi, come la Maison Veuve Clicquot appartiene al Gruppo Lvmh, il colosso del lusso controllato dalla famiglia Arnault, ndr) le sta col fiato sul collo. Come se non bastasse, la vedova sfida anche il Codice napoleonico del 1804, secondo il quale era proibito alle donne gestire attività commerciali. L’unica possibilità che ha Barbe-Nicole Ponsardin è riuscire nella sua impresa o perderà definitivamente tutto.
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