Per la prima volta in Europa la Commissione Ue propone a Consiglio e Parlamento di tagliare di quasi il 5% i pagamenti diretti 2013 ai propri agricoltori, a carico del bilancio agricolo 2014. Esentati dai tagli i primi 5.000 euro di pagamenti a salvaguardia dei piccoli produttori italiani ed europei. Dopo che il vertice Ue ha utilizzato la scure sui fondi 2014-2020 (decisione respinta dal Parlamento), Bruxelles ha bisogno di trovare 1,47 miliardi di euro per poter gestire il bilancio 2014 della Pac.
Le previsioni di spesa della Ue sui pagamenti diretti che nel 2014 saranno pagati alle aziende agricole che producono tutelando l’ambiente, il benessere animale e la qualità, superano il tetto del quadro finanziario Ue 2014-2020 fissato lo scorso febbraio dai capi di stato e di governo europei. Il surplus di 1,47 miliardi di euro proviene in gran parte dagli 800 milioni di euro che i 27 hanno tagliato alla Pac per il prossimo anno, a cui si aggiunge la riserva di 424,5 milioni prevista per affrontare le crisi di mercato di cui gli agricoltori dovranno anche farsi carico. Per questo la Commissione Europea ora propone di ricorrere alla procedura della “disciplina finanziaria” (prevista nel 2003 ma mai applicata) per mantenere le spese nel quadro di bilancio previsto. La conseguenza è che saranno gli stessi agricoltori europei (esclusi bulgari, romeni e croati nei cui paesi il sistema dei pagamenti non è ancora completamente applicato) a dover garantire con la riduzione del loro reddito la copertura dei finanziamenti mancanti. Va detto che l’esenzione delle riduzioni sui primi 5.000 euro permette di salvaguardare milioni di piccoli e medi produttori e la misura è in linea con la posizione assunta dall’Italia, sostenuta da Portogallo, Slovenia, Romania, Grecia e Cipro. Sul livello dell’ammontare dell’esenzione si preannuncia però una dura battaglia nell’ambito dei negoziati di riforma della Pac dove gli Stati membri che contano i maggiori beneficiari dei contributi agricoli, in primis il Regno Unito e Germania, vogliono che l’esenzione sia limitato a 2.000 euro in modo da ridurre i danni per i loro grandi produttori. I tempi sono stretti. Sulla proposta si deve pronunciare il Consiglio e il Parlamento, e questo entro il 30 giugno 2013, altrimenti la palla passa nel campo della Commissione Europea che avrà carta bianca per decidere.
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