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PER LE ENERGIE RINNOVABILI SERVONO SOLUZIONI CHE SI ADATTINO ALL’AMBIENTE E NON VICEVERSA: COSI’ VITTORIO SGARBI, SINDACO DI SALEMI, PREMIATA TRA LE “CITTA’ DEL VINO ECOSOSTENIBILI” 2011. PIOLI (CITTA’ DEL VINO): “SOLIDARIETA’ PER MINACCE RICEVUTE”

“Esprimo a Vittorio Sgarbi la solidarietà di tutti i sindaci delle oltre 550 Città del Vino italiane per le minacce ricevute. Condanniamo con vigore certe intimidazioni”: lo sottolinea il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli, sindaco di Suvereto (Livorno), nell’esprimere solidarietà a Vittorio Sgarbi, sindaco della Città del Vino di Salemi (Trapani), di fronte alla nuova lettera di minacce inviata all’Ufficio di gabinetto del sindaco, secondo quanto comunicato dallo Comune, e consegnata agli inquirenti. La busta reca la data del 7 giugno ed è stata spedita da Cagliari, dove Sgarbi era presente l’11 giugno per ricevere - nell’Assemblea Nazionale delle Città del Vino al Comune di Selargius (Cagliari) - l’attestato di “Città del vino ecosostenibile 2011”, assegnato dalle Città del Vino ai Comuni soci che si sono segnalati come virtuosi nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sulla base di una classifica stilata recentemente da Legambiente.
“Con Sgarbi - prosegue Pioli - abbiamo condiviso un ordine del giorno, approvato all’unanimità dalla nostra assemblea sul tema delle energie rinnovabili. Sappiamo bene, infatti, che Vittorio Sgarbi da quando è sindaco di Salemi ha condotto una battaglia anche dai toni aspri proprio contro le pale eoliche installate nel territorio del suo Comune che, a suo giudizio, rovinano l’ambiente e il paesaggio. Pertanto quell’attestato consegnato proprio in virtù della politica a favore delle energie rinnovabili comunque attuata dal Comune di Salemi, poteva sembrare ai suoi occhi una contraddizione”, aggiunge Pioli che ricorda come Sgarbi, ritirando il premio all’Assemblea, abbia detto di esser comunque venuto a Selargius perché le Città del Vino stavano discutendo di un argomento importante, quello della necessità di ricercare le migliori forme di energia rinnovabile da applicare secondo buone pratiche di gestione del territorio, ponendo l’accento proprio sulla necessità di trovare soluzioni che si adattino all’ambiente, e non viceversa. E che, pur mantenendo ferma la sua posizione contro le pale eoliche a Salemi, e condividendo la necessità di trovare altre forme di energia rinnovabile, occorre trovare soluzioni adeguate affinché il paesaggio non sia stuprato, applicando, ad esempio, il fotovoltaico sui tetti delle nuove costruzioni, installandolo nei nuovi centri abitati, spesso fatti di brutta architettura, e nelle aree industriali, ma stando attenti a non sciupare il paesaggio agricolo, perché la tutela del bello deve essere un impegno collettivo. Sgarbi ha detto inoltre di concordare appieno con l’Ordine del Giorno approvato dalle Città del Vino sul tema delle energie rinnovabili, perché i fautori dell’energia pulita non possono che lavorare anche per la tutela del bello, e il paesaggio agrario italiano è parte integrante di questa bellezza, e di aver voluto partecipare all’iniziativa proprio per condividere la filosofia di fondo che sta alla base delle idee delle Città del Vino su questo specifico tema.
Salemi è stata premiata per essere tra le prime 50 città italiane, secondo una recente classifica di Legambiente, ad aver applicato politiche di energie rinnovabili con l’installazione delle pale eoliche. Ma sono molti i Comuni del vino ad aver ricevuto l’attestato di “Città del Vino 100% sostenibili”: da Morgex (Aosta) ad Aosta, da Bolzano a Brindisi, da Campiglia Marittima (Livorno) a Carpi (Modena), da Cellino San Marco (Brindisi) a Grosseto, da Isera (Trento) a Lizzano (Taranto), fino a Manzano (Udine), Ma zara del Vallo (Trapani), Melissa (Crotone), Montebelluna (Treviso), Pantelleria (Trapani), Péccioli (Pisa), Perugia, Piombino (Livorno), Quaranti (Asti), Rimini, Roma, Sambuca di Sicilia (Agrigento), Sant’Antioco (Cagliari), Serralunga d’Alba (Cuneo), Spoleto (Perugia), Tirano (Sondrio), Trento, Viaggiano (Potenza).

Focus - Città del Vino: un documento per le energie rinnovabili
Le Città del Vino sono a favore delle politiche a sostegno della diffusione dell’utilizzo delle energie rinnovabili, purché siano tutelati paesaggio, ambiente e viticoltura di qualità. Per questo l’Assemblea generale dei sindaci delle Città del Vino, l’11 giugno, a Selargius, ha approvato un ordine del giorno per sottolineare come sia ormai irrinunciabile risolvere il conflitto tra uso agricolo e uso energetico del suolo agrario, consapevole della necessità assoluta di affrancare l’economia mondiale dall’uso dei combustibili fossili, responsabili, tra l’altro, di cambiamenti climatici pericolosi per la viticoltura, cosciente del contributo decisivo che a questa battaglia di civiltà danno le fonti di energia rinnovabili e pulite, tra cui il primo luogo il sole, e convinta che sviluppare e diffondere il ricorso a tali fonti rinnovabili e pulite debba avvenire in un quadro di rigorosa tutela ambientale e paesaggistica e senza sottrarre suoli fertili all’agricoltura e valore ai paesaggi vitivinicoli.
L’idea, spiegano le Città del Vino, è quella di spingere il Governo nazionale, le Regioni e gli Enti locali a riflettere a fondo su questo tema, valutando una nuova e più attuale impostazione del come intervenire in concreto: non è tanto lo strumento per sviluppare l’energia rinnovabile che deve essere applicato sul territorio in modo incoerente, ma deve essere il territorio a scegliere quale degli strumenti oggi disponibili meglio si adatta all’ambiente, al paesaggio e all’economia agricola che lo caratterizza.
L’allarme, ad esempio, sottolineano le Città del Vino, è da tempo scattato per quanto riguarda l’installazione indiscriminata di pannelli fotovoltaici che, in alcuni casi, hanno rovinato l’identità di un territorio stravolgendone il paesaggio, elemento invece che va tutelato per sviluppare, ad esempio, l’identità turistica del territorio stesso. La Regione Toscana, ad esempio, con la legge 11 del 21 marzo 2011, ha stabilito che su alcuni suoli agricoli ad alta specializzazione agricola, come i vigneti, è fatto divieto di installare impianti fotovoltaici che invece possono trovare spazio nelle aree agricole di minor pregio.
“La nostra Associazione - sottolinea il presidente Giampaolo Pioli - proprio in virtù del suo impegno ultradecennale a favore dello sviluppo della viticoltura di qualità, per altro concretizzato con la pubblicazione della metodologia per la redazione del Piano Regolatore Comunale, conosciuto come Piano Regolatore delle Città del Vino, non vuol limitarsi a denunciare i pericoli di un’applicazione indiscriminata dell’uso delle energie rinnovabili, ma intende aggiornare ancora lo strumento del Piano regolatore, per mettere a disposizione dei Comuni e dei loro territori un nuovo elaborato che indichi le migliori pratiche possibili, da concertare con il mondo produttivo e i cittadini, e che consenta di risolvere il conflitto aperto tra uso del suolo agricolo e uso a fini energetici del suolo agrario”.
Le Città del Vino, che aggiorneranno ancora il loro Piano Regolatore per risolvere il conflitto tra usi agricoli e usi energetici del suolo agrario, chiedono al Governo e alle Regioni un quadro normativo e di incentivi alle fonti rinnovabili certo e stabile, che permetta alle imprese e agloi enti locali una programmazione efficace nel lungo periodo; una normativa nazionale che raccolga il meglio dei saperi tecnici per permettere l’uso dei rifiuti organici, alcuni dei quali ad oggi non sono utilizzabili perché considerati rifiuti speciali, a scopi energetici, pur in un rigoroso controllo sanitario, per aumentare le capacità di produzione di energia rinnovabile evitando così impatti troppo pesanti sul paesaggio e l’ambiente e, soprattutto, sull’identità vitivinicola dei territori; incentivi sufficienti e mirati a progetti innovativi, pubblici e privati, e non a pioggia, anche per garantirne l’efficacia; sostegno economico agli enti locali per elaborare una pianificazione territoriale consapevole che il territorio è sede di tutte le risorse essenziali, da usare in modo sostenibile, compresa l’energia, e che il paesaggio è fonte di identità delle comunità locali e patrimonio collettivo indisponibile.

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