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Per una volta è l’Italia a strigliare l’Europa. “Centinaia di domande per protezione Dop o Igp di produttori vitivinicoli italiani ferme da mesi a Bruxelles”. La denuncia arriva dal deputato Massimo Fiorio, vice presidente Commissione Agricoltura

Per una volta è l’Italia a strigliare l’Europa. “Centinaia di domande per la protezione di una denominazione di origine o di una indicazione geografica di produttori vitivinicoli italiani sono ferme da mesi a Bruxelles. È una problematica di tipo tecnico ma sicuramente il suo impatto sta causando molti problemi all’intera filiera”: è la denuncia del deputato Pd e vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Massimo Fiorio, che ha scritto una lettera agli europarlamentari eletti in Italia e presentato sul tematica un’interrogazione al Ministro Maurizio Martina.
“La domanda di protezione di una denominazione di origine o di una indicazione geografica rappresenta una delle maggiori novità introdotte dalla riforma dell’Ocm vino - riporta la lettera - ed è uno strumento irrinunciabile per promuovere le specificità del settore, della tradizione e del rilievo socio-economico e culturale delle denominazioni nei principali Paesi vitivinicoli europei. Se la disciplina precedente era caratterizzava per un sistema centrato sulle decisioni assunte dagli Stati membri, la disciplina vigente ha introdotto un nuovo sistema che prevede una procedura di registrazione suddivisa in due fasi, una nazionale ed una comunitaria”.
“Questa novità ha, quindi, comportato un aumento delle competenze a carico dei servizi della Commissione europea a cui tuttavia sembra non aver fatto seguito un potenziamento dell’organico degli uffici preposti. Risulta evidente che tali ritardi rischiano inevitabilmente di compromettere le attività dei produttori e di ridurre le tutele nei confronti dei consumatori, oltre a danneggiare l’immagine dell’istituzione europea rispetto ai temi sensibili della burocrazia e dello snellimento amministrativo”.
“Soltanto un intervento diretto delle autorità competenti comunitarie - continua Massimo Fiorio rivolgendosi direttamente agli europarlamentari - possa sbloccare tale situazione ed assicurare una tempistica certa per la procedura di conferimento della protezione”.

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