Da una grande passione per il vino italiano e per il suo collezionismo, ma anche dall’universo del web, creatore di sogni per i viaggiatori del mondo verso le mete più desiderate, tra cui l’Italia, a produttori di vino in uno dei territori più famosi del Belpaese realizzando il loro sogno personale: è il “viaggio”, dagli Usa all’Italia, di Peter Kern, vice chairman e ceo di Expedia Group, leader mondiale nel settore dei viaggi online (i cui siti web includono anche CarRentals.com, HomeAway, Hotels.com, Hotwire.com, Orbitz, Travelocity, Trivago e Vrbo) e della moglie Kirsten, con alle spalle una carriera in ambito finanziario ma anche da chef, nuovi proprietari de Il Palazzone, azienda “gioiello” del Brunello di Montalcino, quasi 5 ettari vitati, ad oggi, alle Due Porte, uno dei punti più alti della collina, ed a Castelnuovo dell’Abate, a pochi passi dalla millenaria Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro del territorio e dell’arte italiana. E che è passata di mano già da qualche anno (per una cifra non nota, ma per un ettaro vitato a Brunello oggi si parla di cifre tra i 750.000 euro a 1 milione di euro, ndr), dopo essere appartenuta a Richard Parsons, ex consigliere economico del Presidente Usa Barack Obama, e tra i più famosi uomini d’affari americani, in passato al vertice di colossi come Time Warner e Citigroup, che l’aveva acquistata all’inizio del Duemila.
Un brand conosciuto, sul quale la nuova proprietà, con Kirsten Kern alla guida del progetto, sta già investendo nella qualità della produzione, poco più di 12.900 bottiglie di Brunello di Montalcino dell’ultima annata in commercio, la 2018 (accanto alla grappa e all’olio extravergine Igp Toscano, che racconta la ricchezza della biodiversità del territorio) e nella massima espressione del terroir, e per accrescere ancora la presenza sui mercati.
Ma anche per il futuro del Sangiovese a Montalcino, con la vigna Le Due Porte, il Cru “fiore all’occhiello” de Il Palazzone, da cui nasce la selezione di Brunello, con l’annata 2018 già prodotta ma non ancora sul mercato, e che sovrasta il paesaggio circostante dominato dai boschi, dai suoi oltre 500 metri sul livello del mare. E con un nuovo vigneto, che sta nascendo sopra la cantina, 2-2,5 ettari che arrivano quasi a 600 metri, segno della “lenta migrazione” dei vigneti verso altitudini maggiori in risposta al cambiamento climatico. Mentre a Castelnuovo dell’Abate c’è anche un piccolo appezzamento di vigneto di quasi 50 anni di età.
Una compravendita con la quale si realizza il “wine dream” dei nuovi proprietari, a lungo collezionisti di vino italiano e in cerca di un’azienda in Italia, tra le personalità che, da altri mondi e da altri settori, hanno deciso di produrlo in uno dei territori più prestigiosi al mondo per storia, blasone e qualità consolidata (dove si è concretizzato il 16,1% di tutte le transazioni avvenute in Italia tra il 2016 ed il 2022, secondo un’analisi Cbre), per passione.
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