A volte, la consapevolezza di essere piccoli, una goccia nel mare, frena idee e progetti. Altre, si è talmente convinti della bontà delle proprie convinzioni, che ci si prova lo stesso, consapevoli che non si potrà cambiare il mondo, ma che magari altri seguiranno la strada intrapresa, magari rendendo un po’ più “robusto” il cambiamento. È quello che capita ai pionieri, anche nel mondo del vino. Come lo è stata, a suo modo, la cantina Salcheto di Michele Manelli, in terra di Nobile di Montepulciano. Che, inaugurata nel 2011, è stata la prima completamente off-grid in Italia, prima ad essere autosufficiente a livello energetico, pioniera di sostenibilità ambientale e sociale.
E che, in 10 anni, festeggiati in questi giorni tra le vigne, è riuscita a risparmiare 1,1 milione di kWh ed oltre 2,3 milioni di kg di emissioni di CO2eq evitate, l’equivalente di una piantumazione ex novo di 3.300 alberi durante il loro ciclo di vita. Grazie a pozzi di luce ispirati a tecnologie della Nasa degli anni Cinquanta del Novecento, che servono anche per far arrivare in cantina, per caduta, le uve, a giardini verticali per mitigare il calore esterno e mantenere la temperatura interna, e ancora a biomasse derivanti dagli scarti del ciclo della vite per produrre energia, allo studio di bottiglie di vetro più leggere e così via. Una cantina che ha, come ha detto Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ha acceso la scintilla di un cambiamento “che oggi ci fa ambire a diventare il primo territorio certificato sostenibile del vino italiano”.
“Quando siamo partiti, l’obiettivo era ed è cambiare il paradigma del fare impresa, che vuol dire assumersi responsabilità per territorio e società in cui viviamo, per migliorare le cose”, ha detto Michele Manelli, che oggi conta di 58 ettari di vigneti e produce 400.000 bottiglie ogni anno. “Abbiamo messo insieme tecnologie esistenti e studiato novità, con l’obiettivo di migliorare continuamente, sotto ogni aspetto, che è lo stesso obiettivo con cui guardiamo al futuro”. Un percorso che è stato importante, fin qui, per la cantina che di fatto è stata la “culla” della certificazione Equalitas, oggi di riferimento nello scenario italiano e non solo, e la prima a misurare la “carbon footprint” di tutto il ciclo di vita di una bottiglia lungo la filiera, in un lavoro sul fronte della sostenibilità a 360 gradi, che ha visto Salcheto essere tra le prime realtà italiane premiate, tra i tanti riconoscimenti, anche con il “Robert Parker Green Emblem” by “The Wine Advocate”.
“Dieci anni fa - ha ricordato, in un video, tra gli altri, Ermete Realacci, presidente della Fondazione per le Eccellenze Italiane, Symbola - si tenne a Montepulciano il Seminario di Symbola; proprio lì perché stava partendo una sfida importante: costruire la prima cantina completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Salcheto quella sfida l’ha vinta e ha affrontato altre frontiere, come ad esempio costruire indicatori che aiutino a leggere questi processi nel mondo del vino. Ebbene, si può fare: affrontare la transizione verde rendendo le imprese ancora più forti e competitive. Essere buoni conviene”. “Sono incredibilmente orgoglioso di tutta la stima che l’intera filiera sembra trasmetterci in questo momento - ha detto Michele Manelli - ma ancora di più di poterlo festeggiare con tutti i lavoratori ed i collaboratori che hanno reso possibile quest’avventura. Abbiamo centrato gli obiettivi dell’allora Agenda 2020 e non era scontato, ora ricominciamo a guardare avanti ai prossimi traguardi”.
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